LA SEC Isernia ha ripreso nella giornata odierna gli allenamenti con una doppia seduta e sarà così fino a venerdì, quando ci sarà un altro “rompete le righe” per il Capodanno.

Prima della ripresa dei ritmi frenetici di lavoro in palestra abbiamo “bloccato” Nello Mosca, trainer biancoazzurro, per una lunga chiacchierata che facesse luce sul “Volley Mosca pensiero”.

Che non fosse un oratore l’aveva sottolineato già ai tempi della presentazione: “Preferisco far parlare il campo” aveva esordito il nuovo tecnico biancoazzurro. E fino a questo momento (al di là delle ultime uscite) sono il campo e i risultati a parlare per lui. In realtà, poi Nello Mosca è sempre disponibile ad interloquire con tutti; dopo le partite e gli allenamenti non si nega ai commenti e alle domande dei tifosi…è sicuramente più restio con i giornalisti, in particolare con quelli televisivi e fa penare non poco l’addetta stampa per tutte le attività collaterali di comunicazione…ma imparerà anche lui che non si vive di solo core business e che la partita da sola non basta!

A questa chiacchierata non si è negato, anzi, ha dimostrato ancora una volta che è persona ben diversa da quel “sergente di ferro” che vediamo sul parquet. Fuori dalla palestra è un “giullare” per riprendere la bella definizione di Costantini ed è lui stesso a confermarlo: “Sono il compagno di giochi di mia figlia, un papà normalissimo che in famiglia parlo poco, anzi niente, del suo lavoro”. Il tecnico barbuto, come lo ha definito un collega, ha un cuore grande da buon partenopeo e ad un campano come lui ha voluto rivolgere l’ultimo pensiero di questa intervista: “Il rammarico più grande di questa stagione, comunque andranno le cose, sarà quello di non aver potuto allenare Mario Scappaticcio, come avrei voluto!”

Perché Isernia dopo tanti anni al nord?
“Ho scelto Isernia perché non ero più disposto ad accettare offerte lontano da casa. Isernia rappresentava il top sia dal punto di vista tecnico, perché mi offriva di allenare una squadra di A2 e, quindi, di misurarmi con un livello di pallavolo più alto, sia perché mi consentiva di stare vicino alla mia famiglia, che rappresenta per me il valore più grande.”

Qual è stato il suo primo impatto con la società e con la città? E a 5 mesi di distanza la prima impressione è stata confermata?
“Il primo impatto con la società è stato ottimo e sono sempre più convinto che sia una società di alto livello di A2. Sulla città posso dire poco, perché sono sempre preso dal lavoro, tuttavia si vede che è una città assai ospitale, accogliente e molto passionale. Fino a questo momento la prima impressione è stata confermata al massimo, l’unica cosa è che – come tutte le città e le persone del sud – siamo troppo “umorali”, passiamo con facilità dall’esaltazione alla depressione, ma come in tutte le cose bisogna cercare l’equilibrio”.

L’Isernia Volley fa del concetto di “famiglia allargata” una delle sue caratteristiche irrinunciabili, che con molta probabilità è tanto lontana dalla sua idea di società di volley, dopo questa esperienza chi tra le due parti sarà più cambiata?
“La società dell’Isernia non è lontana dal mio concetto di società di pallavolo è lontana da quello delle società dove ho precedentemente allenato. Preferisco però il concetto di famiglia, fermo restando che in questo concetto deve essere sempre presente quello di professionalità nella gestione degli atleti e dei tecnici, con il rispetto dei rispettivi ruoli”.

Ci traccia un primo bilancio della stagione?
“Secondo me il bilancio è più che soddisfacente, indipendentemente da quello che è accaduto nelle ultime tre partite. Mi si chiedeva di ottenere una salvezza tranquilla e in questo momento abbiamo un margine di vantaggio sulla quartultima (+11) che ci consente di lavorare in sicurezza e tranquillità per il raggiungimento dell’obiettivo posto”.

Se le fosse data la possibilità di rigiocare una partita, quale sceglierebbe e perché?
“Rigiocherei la partita con Pineto. E’ l’unica per la quale mi è rimasto un grosso rammarico perché abbiamo gettato al vento almeno un punto. Nel quarto set avevamo il match in mano e lo abbiamo gestito male”.

In una recente intervista Valerio Vermiglio ha dichiarato: “Pensare troppo in campo contagia, contagia tanto. C’è un grande nemico nello sport: le profezie si autoavverano. Se ti fai venire troppi dubbi, le situazioni degenerano e i guai arrivano”. Non crede che a forza di ripetere che non si è trovato il giusto feeling tra regia ed attacco nelle ultime partite alla SEC sia accaduto proprio questo?
“Questa frase potrebbe essere letta secondo la filosofia che “i nostri sogni possono diventare la nostra realtà”. Poiché sono una persona pragmatica, non idealista e un allenatore che in nessun caso si affida a giustificazioni aleatorie e che trova alibi alle sconfitte rimandando alla mancanza di grinta, o allo spirito di gruppo, o alla mancanza di concentrazione, vale a dire a tutte quelle situazioni poco concrete e a concetti vaghi, ma che cerca di trovare sempre le difficoltà tecniche o i nei tattici, la mia analisi dice che in questo momento il nostro punto debole è sicuramente l’attacco o meglio facciamo fatica a trovare la giusta corrispondenza tra alzatore e schiacciatori. Con il lavoro in palestra riusciremo a superare anche questa difficoltà e a riprendere il cammino di inizio campionato!”

Anna Palermo
Area Comunicazione
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(Foto PRIMIO)