Se quindici giorni fa l’Isernia fece una gran partita e meritò con le sue forze di strappare almeno un punto a capitan Giretto e compagni ieri il Corigliano altro non ha fatto che approfittare dei momenti di autolesionismo degli jonici che sono stati capaci di farsi sfuggire di mano una partita che parevano controllare con il piglio sicuro ammirato a Taviano. E’ successo invece che nel primo parziale dopo un avvio confortante ( 7-4) ed una fase di sostanziale equilibrio ( 15-15, 20-20) la Prisma ha ceduto sul finire di set facendo diventare un fenomeno il “vecchietto” Ristic ( 38 anni) autore di ben 8 punti. Nella terza frazione di gioco invece, dopo che Taranto aveva pareggiato i conti in scioltezza dando agli avversari una lezione di gioco dominando a muro ( ben cinque, di cui tre di Giretto, dal 13-9 al 19-12) ed in battuta, un preoccupante calo psicologico ha permesso al Corigliano di rientrare in partita nonostante Taranto si fosse conquistato un sicuro vantaggio ( 21-17) che sembrava avviarlo ad avere in pugno la contesa. I calabresi dal 22-20 per la Prisma hanno piazzato un break di cinque punti a zero, gratificati da ben quattro errori in attacco dei padroni di casa e da un muro di Tomasello stampato in faccia ad un Castellano in tono minore rispetto al trascinatore ammirato nelle due precedenti gare.
Intanto il Corigliano aveva messo fuori uno spento Oro, giocatore molto temuto alla vigilia, per far posto all’ex di turno Oliveri. Il quarto parziale Taranto se lo aggiudicava con la stessa facilità del secondo, lasciando briciole agli avversari e rispolverando uno Schuil apparso in precedenza in serata di scarsa vena tanto da esser stato sostituito nel terzo set da Valdir. I fondamentali di muro e battuta non tradivano e Taranto si trascinava al tie-break condotto per metà in maniera irritante tanto che Corigliano cambiava campo sul 8-5 in proprio favore. Un pizzico di fortuna in quel momento ha dato una mano agli jonici che hanno avviato una rimonta sensazionale mettendo di fila ben sette punti ( dal 5-9 al 12-9). Con una preda ormai asfissiata in pugno Taranto finiva l’avversario con un muro di Schuil (sei punti soltanto nel tie-break) ed un ace di Castellano ossia con i fondamentali che hanno funzionato meglio.
” Per favore non parliamo più di corazzata o di squadra ammazza campionato. Noi ancora non lo siamo. Mettiamoci in testa che in questo campionato le vittorie vanno conquistate con il sudore e la fatica” – ha dichiarato un contrariato Vincenzo Di Pinto il quale non ha digerito il punto lasciato per strada contro Corigliano: “Di solito quando una squadra fa 17 muri vince 3-0 o 3-1 ed invece noi siamo andati bene in alcuni fondamentali come il muro ed abbiamo faticato nel cambio palla dove con i giocatori che abbiamo dovremmo essere bravi.”

UFFICIO STAMPA
g.saracino@tarantovolley.191.it