Quando si pensa alla trasposizione di eclettismo allo stato puro, in Olimpia c’è un nome ed un cognome che lo rappresenta fedelmente: Michele Mologni. Da quattro anni, infatti, è un preziosissimo uomo-società capace di disimpegnarsi sempre egregiamente nelle mille sfumature di un ruolo che inquadrare solamente come “segretario” diviene quasi un diminutivo.

Partiamo dal tuo ruolo: cosa significa essere il segretario in Olimpia?

Significa fare un po’ di tutto. Quantomeno nei primi anni di insediamento si è trattato di una funzione molto versatile che spaziava dalle mere questioni burocratiche ad autista, magazziniere. Non solo un lavoro da “ufficio”. Con il salto in Serie A, invece, è diventato necessario che alcune mansioni venissero commissionate ad altre persone competenti nei vari settori, come per esempio la parte contabile. Che a tutt’oggi è divenuta particolarmente impegnativa, alla stregua di un’azienda vera e propria.

Il tuo impegno si divide tra prima squadra e One Team. Quali le tue mansioni?

In primis sono molte e per svolgerle al meglio serve un’organizzazione adeguata. Gestisco tutta la parte burocratica della prima squadra e del settore giovanile che ormai è arrivato, con il consorzio One Team al 3 anno e conta 11 squadre tra cui 2 regionali e il resto provinciali. Dai tesseramenti, alle visite mediche passando per le strutture, gli allenamenti, l’abbigliamento.

Quanto è cambiato il tuo ruolo con la nascita del consorzio?

I primi due anni le società facenti parte del consorzio (Azzano e Nembro) hanno mantenuto comunque una certa indipendenza organizzativa, poi dalla stagione corrente si è iniziato a centralizzare tutto verso un unico referente Claudio Gamba.

Quale l’aspetto più gratificante del tuo lavoro?

Quando le persone con cui collaboro si complimentano con me per il buon lavoro che sto svolgendo all’interno della società

Un lavoro che si snoda anche in Caloni. Di cosa ti occupi?

Dal 2016 sono nella filiale bergamasca di Carobbio degli Angeli. E’ una conciliazione “obbligata” per una mera questione di entrate per le quali lo sport non basta. Non è semplice perché comunque finisco molto tardi la sera e la famiglia, in questo senso ne risente. Io però cerco sempre di dare il massimo, su tutti i fronti

Segretario, speaker, camp Il tuo segreto, oltre ad una grande passione, è la versatilità?

Arrivo dal calcio come atleta, allenatore e dirigente tutt’ora collaboro con la società del mio oratorio. Poi nell’estate del 2014 per un contatto sono entrato in Olimpia solo come speaker delle gare dell’allora campionato di B1, nel medesimo periodo però ho avuto anche l’occasione di sostituire l’ex segretario. Nella stagione scorsa ho passato il testimone totalmente a Maic Perani anche perché diventava il tutto troppo impegnativo, nonostante mi piacesse moltissimo.

A proposito di camp. È arrivata la novità Marina di Ravenna…

Con i camp siamo ormai al 4° anno come proposta è un momento che la società vuole mettere a disposizione per tutti i ragazzi/e non solo appassionati di pallavolo e alle famiglie. Il tutto in un periodo dove i ragazzi, liberi dall’attività scolastica, possono passare delle giornate divertendosi nonché imparando, seppur in tempi limitati, alcuni aspetti in questo caso della disciplina che proponiamo noi come società sportiva. Anche qui mi occupo di tutta l’organizzazione burocratica dalle iscrizioni, strutture la parte specifica e tecnica invece viene coperta da altre figure competenti nel campo pallavolistico.

Ma tu quando ti fermi?

Alla situazione attuale quasi mai. Il weekend, per fortuna, lo tengo per la famiglia.

E la musica continua a essere la tua valvola di sfogo?

E’ una passione che c’è da tempo e difficile da lasciare. Sono impegnato come batterista e cantante soprattutto nel periodo estivo, dove, con il mio gruppo di canti popolari bergamaschi “Aghi di Pino”. Abbiamo solitamente un tour di 30 date in giro per la provincia. In questo periodo, meno attivo da un punto di vista live, stiamo registrando il nostro terzo album.