Ogni mattina dedico un po’ di tempo alla rassegna stampa delle più importanti testate giornalistiche italiane.
E’ successo solo ieri però che il mio occhio venisse catturato da qualcosa di insolito ed eccezionale.
Su due quotidiani datati domenica 20 luglio, Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport (entrambi di proprietà dell’impero RCS Media Group, uno dei principali gruppi editoriali italiani), nella sezione sport capeggiavano, sullo stesso argomento, due titoli ben diversi e contrastanti tra loro.
Per fare chiarezza e poi motivare i miei dubbi sarò più preciso e dettagliato possibile. Le pagine dello sport “incriminate” sono quelle riservate alla seconda e ultima tappa alpina dell’Izoard del Tour de France, tappa che ha visto l’italiano Nibali staccare i suoi rivali per la classifica generale stringendo sempre più forte la maglia gialla.
Sul Corriere della Sera (primo quotidiano per diffusione e secondo per lettorato) oltre a proclamare il successo dell’italiano si sottolinea, con una vena di rammarico, che lungo il percorso della tappa dei tifosi italiani non c’è traccia, che il povero Nibali non ha avuto il supporto di nessuno, tranne che delle sue gambe ( “…MA I TIFOSI ITALIANI NON SI VEDONO”).
Cambio giornale: Gazzetta dello Sport (uno dei tre principali giornali sportivi d’Italia), sfoglio le pagine e arrivo all’articolo che tratta della tappa del Tour de France. “MAI VISTI TANTI ITALIANI SULLE STRADE FRANCESI”.
Ma allora Nibali aveva o non aveva il supporto della sua gente?
Confuso, mi sono posto altre domande.
Il punto è: quale dei due giornali ha ragione? Evidentemente, e senza ombra di dubbio, solo uno.
Come ci si può fidare di ciò che i Media ci propongono ogni giorno?
Quanto l’informazione “sbarazzina”, libera da qualsiasi aderenza alla realtà, condiziona la nostra vita?
Forse per risolvere questi quesiti basterebbe semplicemente un po’ più di correttezza all’interno dei Media stessi, soprattutto nell’ambito delle stesse case editoriali.

Guido Molinaroli
Presidente Copra Elior Piacenza