I ragazzi di Kantor, così come il gruppo di temerari tifosi che ha seguito la squadra, sono rientrati a notte inoltrata a Ravenna, ma con la soddisfazione e la consapevolezza di aver compiuto una vera e propria impresa, di quelle che fanno innamorare dello sport, che a volte confeziona favole bellissime in cui Davide batte Golia.
Giuseppe Cormio, uno dei grandi ex di Trento. Che emozione è stata espugnare quel palasport?
“L’emozione vera è stata quella di tornare a vincere, questa è stata una settimana in cui abbiamo fatto diverse riunioni, con singoli giocatori, con lo staff, con una parte di giocatori e con il gruppo intero. Abbiamo parlato molto prima e dopo Perugia, mi ero confrontato con Kantor e volevo che ci fosse una reazione prima di tutto emotiva. Sono contento che questa strada che abbiamo intrapreso ha avuto dei risvolti positivi, questa è l’emozione più bella: aver fatto qualcosa per aiutare la squadra a tornare a vincere. Riguardo il discorso dell’ex, chiaramente da soddisfazione, ma in un momento come il nostro ora è giusto che la gioia collettiva sia più grande di quella personale, che posso provare io, o Andrea, o Dore. Tutti noi, e chi ci conosce lo sa, siamo rimasti molto legati affettivamente a Trento, all’ambiente, ai giocatori rimasti, per cui questa grande soddisfazione non va vista in alcun modo in ottica di vendetta o rivalsa per nessuno di noi, che comunque rimaniamo tifosi di Trento. Abbiamo fatto un grande risultato contro i Campioni d’Italia in carica, vincere su un campo inviolato da due anni in cui ci hanno perso tante squadre più forti di noi vuol dire che nel nostro piccolo sappiamo fare le cose bene. Questo ci rende molto soddisfatti, ecco”.
A tre giorni di distanza la squadra è riuscita a fare un ulteriore salto di qualità rispetto alla gara con la Sir. Ieri con Trento i parziali condotti dalla seconda metà in avanti sono stati tutti portati a casa, senza indecisioni, addirittura l’ultimo decisivo in rimonta. Merito di quanto vi siete detti in settimana?
“Merito della squadra perché la finalità di quelle riunioni era quella di riuscire a scuotere il gruppo dal punto di vista emotivo, a unirlo di più ma al tempo stesso di aumentarne l’autostima, che è mancata a Perugia in quel paio di palloni gestiti male che ci avrebbero permesso di chiudere la gara addirittura col punteggio di 3-0 per noi. A Perugia si è vista la reazione emotiva, poi abbiamo perso appunto per quegli errori nei finali di set, ieri c’è stata la reazione emotiva e la tenuta. Noi abbiamo in mezzi per riuscire a fare queste imprese, anche se nei tre anni vissuti qui è la prima volta che battiamo una grande fuori casa, era successo al De Andrè contro la Lube il primo anno. Il tutto in una serata in cui avevamo in campo un solo schiacciatore e tre che praticamente non potevano scendere in campo: Dore che si è infortunato in apertura di gara, Zappoli che aveva un problema alla mano e Koumentakis che si era fatto male a una gamba e in teoria non poteva essere della partita, invece ha stretto i denti e ha giocato. Spero solo che non ci siano troppe ripercussioni per quanto concerne la prossima partita che per noi è fondamentale”.
Prossimo impegno che ci vedrà tornare al Pala De Andrè contro Piacenza. Ci lasciamo alle spalle due gare difficilissime, contro avversari blasonati di livello assoluto, per puntare il mirino su una squadra che in questa stagione sembra non avere mai ingranato la marcia giusta, indipendentemente dalle individualità.
“Piacenza è in una di quelle situazioni inspiegabili che ogni tanto accadono nel nostro campionato, ricordo Latina due anni fa, cioè squadre forti che non si ritrovano e man mano che perdono hanno incapacità di reagire, ma sono formazioni bene attrezzate. Quindi noi sulla carta partiamo alla pari, anzi forse un gradino sotto. A questo si aggiunge il rischio “exploit”: fai una cosa più grande di te, come il nostro successo a Trento e subito dopo molli, questo succede spesso nel mondo dello sport per cui se abbiamo lavorato tanto prima di Perugia e Trento, prendendo 4 punti su 6, dobbiamo lavorare ancora di più in settimana, in primis per recuperare fisicamente la squadra e secondo per arrivare alla gara con Piacenza con un’attenzione ai particolari doppia rispetto a quella avuta contro la Diatec. Dobbiamo trovare il massimo delle motivazioni, perché siamo in corsa per entrare nei play off, abbiamo in casa Piacenza, Padova e Modena e fuori Latina, Verona e Milano. Con questo calendario la gara con Piacenza è fondamentale, loro nella gara di ieri hanno dato segni di inversione di tendenza giocando due set alla pari con Verona, per cui loro sono vivi, hanno una nuova proprietà che punta a far bene, e vincere il play off per la Challenge Cup per cui bisognerà di essere molto attenti e dobbiamo sperare nell’aiuto del pubblico. Stavolta veniamo da un successo clamoroso, da due prestazioni importanti consecutive, torniamo a giocare a Ravenna e ci aspettiamo che il pubblico ci dimostri affetto e che quello che stiamo facendo vale, per cui chiamo a raccolta i nostri tifosi perché sia una serata importante per noi”.
Saremo ancora una volta chiamati a confermarci, cosa che in questa stagione non ci viene mai particolarmente bene. Dopo la vittoria contro Latina abbiamo perso a Padova, dopo aver battuto Molfetta abbiamo ceduto il passo a Monza. Dopo una vittoria convincente, fatichiamo un po’ a riconfermarci. Qual è il tuo punto di vista?
Questo è il nostro limite, abbiamo una tenuta non costante. Adesso siamo in difficoltà come organico a causa degli infortuni, ma abbiamo la diagonale palleggiatore-opposto che sta girando molto bene e questo ci dà tranquillità, inutile sottolineare che quando il tuo opposto fa 25-30 punti a partita, è più semplice fare risultato. Dobbiamo pensare di fare 12 punti di qui a fine stagione, dove andarli a prendere nelle sei gare che rimangono è abbastanza indifferente, basta farli. Abbiamo l’obbligo di battere Piacenza, ancor più Padova perché è una diretta concorrente e di andare a vincere a Milano l’ultima giornata, e comunque non basta, per cui serviranno ancora degli exploit di qua alla fine. La squadra nell’ultimo confronto che abbiamo avuto ha dichiarato che si sente a credito di 5/6 punti, ma non perché li avremmo meritati ma perché li abbiamo persi, giocando male. E’ una visione che condivido: giocando decorosamente avremmo potuto fare un punto in più con Latina, così come con Molfetta, prendere due punti in più a Perugia per come si era messa la gara, e ci mandano i due punti con Milano persi in malo modo in casa. A me sembra che il campionato sia davvero interessante, perché non solo noi ma anche Padova, Monza, sono tutte squadre che contro pronostico hanno fatto risultati, non credo che le prime giochino tranquille con noi. Piacenza e Padova per noi valgono doppio, così come Milano ma quella è l’ultima e abbiamo tempo per pensarci. Adesso dobbiamo concentrarti e affrontare una settimana difficilissima, non solo perché abbiamo l’infermeria piena ma anche perché come diretta conseguenza senza tre schiacciatori è quasi impossibile allenarsi, la situazione al momento è questa”.
Un ultimo commento riguardo gli infortuni.
“Siamo contenti per Dore perché gli esami fatti ieri sera a Trento hanno scongiurato fratture ossee, per quanto riguarda eventuali lesioni legamentose andremo a fare ulteriori accertamenti, comunque il ragazzo è già nelle mani dello staff di Ravenna33 a fare terapia, chiaramente la distorsione è stata molto importante per cui stiamo a vedere se lo staff medico farà il miracolo, al momento sono abbastanza pessimista a riguardo. Situazione analoga per Zappoli, mentre quello più recuperabile nel breve periodo è sicuramente Koumentakis”.
Ricordiamo a tutti gli appassionati che volessero rivedere la splendida vittoria contro la Diatec, domani sera alle ore 21 sul canale 192 TeleRomagna SPORT andrà in onda la replica della gara. 

Silvia Canale – Ufficio Stampa Porto Robur Costa