“Rischiamo di ripetere sempre le stesse cose. In realtà non riusciamo a capire cos’è che non va. Giochiamo con pochissima continuità, le nostre gare sono un continuo elastico e questo perché mentalmente siamo fragili e paghiamo caro ogni più piccolo errore”. L’analisi è semplice e spietata. Le sconfitte della Fonteviva raccontano ormai tutte la stessa storia ed anche il patron Italo Vullo sembra arrendersi nel cercare di capire perché una squadra tecnicamente attrezzata e che in settimana lavora sodo è ultima in graduatoria e non riesce a trasportare in partita tutta la qualità che dimostra in allenamento. A cinque giornate dalla fine della regular season, però, la situazione è sempre più critica ed il tempo delle analisi sempre meno.
A Reggio la gara era di quelle che valevano doppio e la squadra non è riuscita ad esprimere quasi niente di quanto fatto in allenamento. “Esatto. Avevamo di fronte una buona squadra ma assolutamente alla nostra portata, come dimostra anche la gara d’andata. Del resto in questo campionato il livello è equilibrato e con i mezzi tecnici che abbiamo dovremmo potercela giocare con tutti. Ed invece siamo ultimi e non riusciamo a rialzarci”.
Cosa manca a questa squadra per esprimersi al meglio? “Il fatto è che in questo gioco ed in questo campionato non basta solo la tecnica. Serve la forza mentale, soprattutto nelle gare fondamentali per il campionato. Magari le approcciamo anche bene ma poi al primo errore, alla prima difficoltà, non troviamo la forza di reagire. Un esempio di questo è la gara di Reggio Emilia. La Conad che, ripeto, tecnicamente non trovo ci sia superiore, ha lottato e sudato su ogni pallone ed ha difeso bene. Reggio ha dimostrato di essersi calata bene nella parte di una squadra che lotta per la salvezza e che deve spendere tutte le energie in campo su tutti i fondamentali. Noi invece queste energie non riusciamo a trovarle e temo sia questo il nostro problema. Un problema che dobbiamo risolvere lavorando tutti assieme. Del resto con una classifica come quella che ci siamo costruiti non abbiamo alternative, dobbiamo tirare fuori gli attributi”.