Sconfitta netta per la Stamplast Martina Franca contro Cuneo, una delle big del campionato che ha in squadra giocatori potenti come Wijsmans e Nikolov in grado di saper vincere da soli se non le partite, almeno interi set.
Eppure il risultato, troppo pesante per Martina, non deve trarre in inganno. In almeno due frazioni di gara i biancoazzurri hanno avuto l’opportunità di portare a casa il risultato positivo. Nel primo parziale i punti di vantaggio sono stati addirittura cinque (16-11) ma sul 22-19 si è spenta la luce. Nel terzo parziale il black out è avvenuto quando il punteggio era sul 20-17.
Cuneo, che in trasferta aveva vinto solo due volte in sei occasioni, ha capitalizzato al meglio gli errori dell’avversario e con cinismo ha chiuso il match grazie alla buona prova dei suoi fuoriclasse prima che lo stesso fosse riaperto. I piemontesi si sono presentati in Valle d’Itria con il libero di riserva Pieri, lasciando a riposto l’indolenzito, alla schiena, Vergnaghi. Un’assenza che avrebbe potuto favorire la Stamplast che in realtà nella fase iniziale del match ha puntato dritto in battuta proprio sul libero di scorta dei piemontesi mettendolo in seria difficoltà.
La partenza dei padroni di casa è incoraggiante. Determinazione, grinta ma soprattutto un gioco fluido con una distribuzione del gioco equilibrata con i tre attaccanti, Valdir, Rodriguez e Cernic, tenuti subito in caldo dal regista Coscione. La fase muro-difesa funziona bene e Wijsmans, l’elemento maggiormente temuto, viene tenuto fuori dal vivo del gioco (muro del 7-5 di Stancu proprio sul fuoriclasse belga). In battuta la Stamplast mette pressione. Valdir sale in cattedra (due attacchi vincenti consecutivi per l’11-8). Rodriguez fa 12-8. Cuneo dimezza lo svantaggio sfruttando anche qualche indecisione arbitrale (12-10). Martina, però, si riporta su e sfrutta ancora la battuta con due ace consecutivi di Mastrangelo (16-11). Tre errori consecutivi in attacco di Martina (due di Valdir ed uno di Stancu) rimettono nel match i piemontesi che pareggiano con Wijsmans (16-16). Martina tiene botta e prova ancora a portarsi avanti (19-17 con muro di Stancu ancora su Wijsmans). I punti di vantaggio aumentano a tre (21-18, 22-19). Il match a questo punto cambia totalmente rotta e si decide qui. Abbadi entra al posto di Wijsmans per migliorare la ricezione. Platenik accorcia a 20, Rodriguez manda out e Nikolov pareggia 22-22. A questo punto la Stamplast si suicida con Valdir che subisce un muro e manda out due attacchi. Incredibile ma vero.
Il pesante fardello psicologico Martina ma soprattutto Valdir se lo porta dietro per tutto il secondo parziale che comincia con un passivo di 1-6. Entra Stojkovic proprio per l’opposto portoghese. Cuneo ne approfitta e mantiene i cinque punti di vantaggio facendoli crescere sino a nove (11-20). Non c’è partita. Sul 14-22 entra Corsini. Cambia qualcosa perché Cuneo ora gioca con leggerezza e si va dimezzare il vantaggio 18-22. Il set per la Stamplast era però ormai compromesso.
Nel terzo parziale Martina Franca prova a reagire e gradatamente ritrova il bel gioco visto nel primo set pur partendo in svantaggio (3-6,7-10). Resta incollata all’avversario. Rodriguez e Valdir riprendono sicurezza sottorete. Pareggio (14-14) e sorpasso con Coscione (15-14). Il coach di Cuneo Prandi a questo punto toglie inspiegabilmente Gonzalez ed inserisce in regia l’ex Nuti. Martina con due muri consecutivi di Corsini, confermato nello starting six titolare (buono il suo approccio al match), si porta 17-15. Il vantaggio cresce di un punto (19-16 attacco vincente di Rodriguez – 20-17 attacco vincente di Cernic) ma ancora una volta improvviso arriva il black-out anche se Cuneo ci mette del suo perché il servizio potente di Nikolov mette in ambasce la seconda linea di Martina e Wijsmans schiaccia palla a terra da qualsiasi angolazione. Proprio il fuoriclasse belga è grande protagonista con cinque punti, di cui due in battuta, sui sei di squadra dal 20-17 per Martina al 21-23 per Cuneo. La Stamplast non si raccapezza più e cede definitivamente.

Ufficio Stampa – foto Donato Gasparro