Alessandro Preti è rimasto a Bergamo fino a ieri, ed è uno degli ultimi “non residenti” che ha lasciato la città, per tornare nella sua Pordenone, dopo l’isolamento di due mesi vissuto in appartamento a Bergamo come tutti i suoi compagni che avevano scelto di restare fino all’ultimo momento nella speranza di una possibile riapertura. Si è allenato a casa, e dilettato in cucina. Preti aveva rilasciato le dichiarazioni pre-match sulla sua ex squadra il Pool Libertas Cantù, il derby che non si è mai giocato a porte chiuse al Pala Agnelli perchè l’emergenza sanitaria ha travolto Bergamo nella prima settimana di marzo costringendo alla scelta di rimandare il match e successivamente alla sospensione del campionato. E’ rimasto fino a ieri per solidarietà con il compagno Erati che stava facendo le sue terapie al ginocchio, e ha atteso anche la partenza di Tiozzo, finchè poi ha fatto i bagagli ed è partito. Nel suo tragitto verso casa, fa un piccolo bilancio della stagione, e manda le sue considerazioni finali anche sul periodo vissuto in isolamento, cominciando dalla gioia del 23 febbraio.

 

Come hai vissuto la stagione?Un piccolo bilancio della tua avventura a Bergamo 

Questa stagione l’ho vissuta molto bene, sono stato accolto alla grande in un ambiente che conoscevo solo da avversario; Bergamo è una città molto bella che dà tanto e il pubblico è caloroso. Personalmente mi ritengo molto soddisfatto, ho giocato partite importanti e siamo riusciti come gruppo a raggiungere uno degli obiettivi prefissati, la vittoria della Coppa Italia.

Che emozione ti ha dato riuscire a portare a casa la Coppa?

Vincere la coppa è stata un’emozione incredibile, non ti rendi conto subito quando la vinci, ma nei giorni successivi cominci a rendertene conto per davvero e ripensi a tutti i sacrifici che hai fatto e al lungo cammino che ti ha portato fin lì e sei davvero soddisfatto per te stesso ma anche per tutti coloro che ci credevano e che hanno investito tempo ed energie nel progetto.

Ci sono stati momenti difficili durante la stagione, cosa ha fatto la differenza e cosa vi ha portato a superarli?

Come in ogni stagione ci sono stati alti e bassi, momenti positivi e altri negativi, secondo me quello che ci ha aiutato a superarli è stata una forte coesione di squadra ed anche il fatto di averli affrontati apertamente dopo qualche partita che non era andata particolarmente bene ci siamo trovati in camera dell’hotel a parlarne e abbiamo trovato una soluzione tutti insieme.

Sei stato impiegato come opposto ad un certo punto, come hai vissuto questo cambio momentaneo?

Si c’è stata qualche partita in cui ho giocato da opposto, un ruolo che avevo già ricoperto in passato; diciamo che un giocatore cerca sempre di dare il massimo nella posizione nella quale serve ed è utile, io l’ho vissuta cercando di dare il massimo per la squadra in quel ruolo.

Come hai vissuto l’isolamento subito dopo i fasti della Coppa Italia in Arena?

Vivere un isolamento non è facile, noi esattamente dal giorno dopo la vittoria della Coppa siamo passati dall’euforia alla cinica realtà di abituarci a convivere questa quotidianità, secondo me le situazioni complicate sono altre; io mi ritengo da questo punto di vista una persona molto fortunata che ho potuto vivere serenamente questa situazione della quarantena cercando di fare il massimo uscendo poco solo per andare al supermercato e adesso l’augurio che grazie all’aiuto di tutti potremo uscire da questo momento e potremo ricordarcelo solamente come una esperienza molto particolare che magari ha aiutato molte persone a prendere coscienza della direzione che stava prendendo la loro vita e di capire bene cosa stavano facendo.

Secondo te Olimpia nel momento di forma in cui era avrebbe potuto raggiungere anche il secondo obiettivo stagionale?

Sicuramente dopo la vittoria della Coppa eravamo molto galvanizzati e venivamo da un periodo positivo con 13 partite vinte consecutive, certo nello sport è sempre difficile prima di giocare una partita dire se avremmo vinto o perso, o se avremmo vinto il campionato finale, però c’erano degli indizi che potevano portare a supporre che perlomeno ce la saremmo giocata al massimo o fino sicuramente ad una gara 5.

Momento più bello e più brutto della stagione?

Il momento più bello non l’ho vissuto in campo ma durante la semifinale di coppa Italia a Siena al 5 set,  non penso di aver mai provato un’emozione simile in tutta la mia carriera di volley, io avevo giocato il 3 e parte del 4 set però nel 5 era come fossi dentro, avrei fatto qualsiasi cosa per vincere ed è stato un tripudio di emozioni ad ogni punto, abbiamo vinto ai vantaggi e penso che mi ricorderò per sempre di questa emozione la più forte in tutta la mia esperienza pallavolistica, mentre quello più brutto è stato purtroppo l’infortunio di Alex (Erati) a cui sono molto legato perchè oltre ad essere capitato ad un mio compagno di squadra, l’infortunio è stato molto forte da vedere e ti fa pensare a quanto poco basti per finire una stagione, l’infortunio sarebbe tranquillamente potuto capitare a chiunque.

Cosa ti aspetti dal futuro in un momento storico e difficile come questo per il volley?

E’ difficile, in questi mesi ho pensato all’indietro, a quale direzione stava prendendo la mia vita, a quali scelte avevo fatto e quali avrei dovuto fare, da una prospettiva più lontana. Quando sei molto impegnato nella stagione e nel lavoro non ti rendi conto di dove stai andando e cosa stai facendo perchè è come se fossi in una corrente che ti porta avanti, e tu stesso fossi fluido. Questo periodo l’ho interpretato come uno stop molto forte che mi ha permesso di capire e pormi nuovi obiettivi e ragionare sulla quotidianità, per riprendere certi aspetti della mia vita che avevo finora trascurato. Per quanto riguarda il futuro della pallavolo sarà un futuro in cui bisognerà fare dei sacrifici, e parallelamente molti settori dovranno riprendersi. Io credo che per fare sport serva innanzitutto serenità e tranquillità, quindi quando la si raggiungerà si potrà ricominciare a praticarlo; lo sport ha sempre importante valenza per le persone per concedersi i propri momenti di svago ed io stesso non vedo l’ora di ricominciare a giocare, mi manca veramente tanto prima di tutto questo aspetto della pallavolo.

 

(Nella foto: Preti dopo la vittoria della Coppa Italia insieme a Wagner, Saturnino, Alborghetti e la sagoma di Della Lunga allo stand Olimpia all’Unipol Arena, foto di Luca Giuliani)

Linda Stevanato- Ufficio stampa Olimpia Bergamo