Ha aperto la gara, ha trascinato i suoi compagni a colpi di schiacciate che sembravano saette scagliate al suolo e poi l’ha chiusa col punto del 15-9. La partita perfetta contro Mondovì domenica scorsa è quella di Arthur Kody, il numero 10 della Conad quello che portano sulle spalle i fuoriclasse. Così come le sue cifre, in particolare quello sul referto di fine gara: 40 punti da sogno. Da stropicciarsi gli occhi. Roba da non credere. E non ci credeva nemmeno lui a fine match, che nemmeno sapeva quale fosse il record o quanti ne avesse fatti. E ci crediamo… Abbiamo perso il conto anche noi.
 
Arthur Kody, classe ’91, di record ne ha fatti segnare fin dal suo arrivo, nella stagione 2014-2015. Primo giocatore camerunense del campionato italiano, competizione di cui è il più alto coi suoi 213 centimetri d’altezza. Il suo talento si è visto fin da subito. La sua simpatia, la sua voglia di imparare, la sua estrosità e la sua umiltà hanno fatto il resto. Fino a farlo diventare un asso del Volley Tricolore e assoluto beniamino della tifoseria in queste tre stagioni in maglia giallorossa. Un sorriso per tutti. E i soprannomi si sprecano: da “Gigante Buono” a “Black Mamba” che richiama quello di Kobe (il suo cognome è lungo uguale ed è quasi assonante) Bryant – dato che anche Kody da piccolo giocava a basket e la sua sberla quando schiaccia è paragonabile al “morso” del campione dei Lakers – oppure King Arthur. Scegliete voi quale più vi piace. Un’alchimia meravigliosa quella che si è creata con Reggio. Kody è un vero e proprio personaggio e di lui si sono accorti tutti: dal video del “siluro galattico” celebrato dalla Legavolley nella scorsa stagione mostrando una schiacciata pazzesca contro Vibo Valentia, fino agli shooting fotografici da modello per arrivare alle esibizioni canterine: Kody ha una gran voce e si diverte a postare i suoi video su Facebook con l’applicazione di Smule, dove duetta con star della musica, coi like che piovono a palate…
 
E i record continuano. Perché i 40 punti di domenica scorsa hanno posizionato Kody nella storia del club reggiano e d’Italia. Miglior prestazione individuale nella stagione in Serie A2 (ma anche in SuperLega nessuno ha segnato tanto finora nel 2016-2017). E 5° bomber assoluto di sempre da quando è stato introdotto il Rally Point System.
Davanti a lui ci sono Josè Matheus doppio primatista (45 e 43 punti nel 2000-2001 con la maglia della Telephonica Volley Gioia del Colle in A2), poi Giulio Sabbi (42 punti con l’Exprivia Molfetta in A1) e Jansen De Souza Martins Wallace (41 punti con la maglia dei Lupi Santa Croce nel 2003-2004). E poi c’è Kody. Che ha eguagliato anche un altro reggiano come Sandro Fabbiani, ma anche altri top player come Joel Monteiro, Simon Hirsch, Mladen Majdak e Alessandro Fei.
 
Kody è tra i migliori opposti della Serie A2. E cifre alla mano, virtualmente potrebbe essere il numero uno. Davanti a lui ci sono Hoogendorn (Bergamo) con 366 punti in 16 gare e 70 set disputati; poi Argenta (Potenza Picena) con 354 punti in 16 gare e 66 set. E al terzo posto Banderò di Civita Castellana con 351 punti in 16 gare e 56 set. Kody invece ne ha segnati 342, ma di partite rispetto a loro ne ha giocate una in meno e ha disputato molti meno set: 56. Insomma, è lecito pensare visto il rendimento e la media, che con qualche set in più giocato, il “re” sarebbe lui.
 
Domenica scorsa alla fine del match con Mondovì non sapeva affatto di aver fatto registrare questo record. Era fermo ai suoi 36 personali messi a segno contro Brescia la scorsa stagione: bottino però che non servì ad evitare il ko al tie-break. Stavolta invece contro i piemontesi sono serviti eccome…
 
Kody, ma ti sei reso conto di quello che hai fatto?
“No, mentre giocavo pensavo solo ad essere concentrato. Mi rendevo conto che ne stavo facendo tanti, ma non sapevo quanti. Poi quando è finita ho saputo dei 40 punti… Ma non sapevo neppure del record dei 45, non guardo tanto a queste cose. Però certo è una bella sensazione, non mi era mai capitato nemmeno in Camerun di segnare così tanto. Me la son goduta, ma per come sono io dopo il match ho pensato a tutti quegli aspetti che avrei potuto fare meglio in partita. Ho voglia di imparare, non di fare record…”.
Però come hai detto tu, bisogna anche godersi i successi. A chi vuoi dedicare questi 40 punti?
“In primis ai miei genitori e alla mia famiglia. Hanno sempre creduto in me e mi hanno insegnato i valori della vita. Anche se hanno sempre messo la scuola davanti, sullo sport mi hanno sempre spinto e dato grande fiducia. Poi voglio anche dedicare questi 40 punti alla mia squadra, senza di loro non sarei mai riuscito a farli. E infine un pensiero va anche ai tifosi che ci sostengono sempre”.
Ti saresti mai aspettato prima di venire in Italia di fare questa carriera?
“Ci speravo e lo sognavo. Ma non sono venuto con la presunzione di spaccare tutto. Il mio primo pensiero è sempre quello di imparare”.
Ti ricordi com’è nata la possibilità di venire a Reggio?
“Certo. Ero con la nazionale in Slovenia a disputare le qualificazioni per i mondiali 2014 in Polonia. Ho incontrato il procuratore Marco Mancino (nella foto con lui) con cui ho siglato un accordo e mi ha portato a Reggio. Devo tanto a lui…”.
Tu però in Camerun prima di approcciarti al volley, giocavi a basket…
“Sì è vero. Ho giocato a pallacanestro dai 15 ai 17 anni. Ma ero alto solo 1,76 all’epoca. Poi a 18 anni mi sono alzato a 1,94… Però il basket in Camerun ha una grande tradizione, tanti giocatori sono andati anche in Nba ed è difficile sfondare. Così ho provato con la pallavolo e direi che sta andando bene dai…”.
Qual è il tuo idolo sportivo di sempre?
“Da piccolo giocavo anche a tennis e me la cavo tuttora. D’estate gioco spesso con Dolfo, ovviamente lo batto ma non diciamolo forte sennò si arrabbia… (ride). Quindi il mio idolo è sempre stato Djokovic. Nonostante sia fortissimo, non è arrogante e resta sempre umile. E anche io sono così. Poi se parlo di pallavolo dico Ngapeth. Quando ho potuto sono andato a vederlo a Modena e ho avuto anche la fortuna di conoscerlo, di parlarci e di apprezzarlo come persona”.
E poi ti diletti anche con moda e canto…
“Sì, mi piace sempre cantare e ascoltare musica. Sto imparando anche a suonare il pianoforte (un retroscena rimasto impresso a tutti è Kody che si mette a suonare il pianoforte nella hall dell’albergo nel ritiro playoff nella scorsa stagione a Monterotondo per il match con Civita Castellana), e tra poco ricomincerò i corsi. Per la moda, ho fatto qualche shooting fotografico in Francia, poi ho sfilato in Camerun, ma in Italia ancora no. Sto cercando di mettermi in mostra e di avere qualche contatto, anche se il tempo libero giocando è poco”.
Domenica si va a Spoleto contro la prima in classifica. Dove può arrivare questa Conad?
“Spoleto sappiamo che è fortissima. Però non voglio ne essere presuntuoso dicendo che possiamo batterli, ma neppure essere falso modesto dicendo che non ce la faremo. Dico che se giochiamo come facciamo di solito e come sappiamo, abbiamo buone possibilità quantomeno di strappare qualche punto. E penso che questa Conad possa arrivare molto lontano”.
E tu dove vuoi arrivare?
“Più in alto che posso. Col Volley Tricolore e con la mia nazionale. A settembre avremo la Coppa d’Africa e dopo la delusione per non esserci qualificati o alle Olimpiadi, vogliamo riscattarci”.