Sport Moles – La talpa (2007)

Nel 2005 la Lega Pallavolo Serie A inizia ad interrogarsi se sia possibile identificare se il pallone sia IN o OUT senza inserire sensori all’interno della palla, come invece si sta tentando in Brasile. Fabrizio Rossini, che in Lega si occupa anche dello Sviluppo, inizia una serie di analisi delle varie soluzioni, che abbracciano persino le vernici speciali e i nanomateriali. Insieme a Gaetano Pasini, docente di Misure Elettriche ed Elettroniche della Facoltà di Ingegneria di Bologna, studia le variazioni del campo elettrico provocate da un oggetto sferico che colpisce una superficie. Il gruppo di studio si allarga, e con l’inserimento degli ingegneri Lorenzo Peretto e Roberto Tinarelli del Dipartimento di Ingegneria Elettrica si vara il progetto Sport Moles (“La talpa”).
Il progetto è presentato a Volley Land 2007 dal Presidente Diego Mosna e dall’AD Massimo Righi.

VOLLEY LAND 2007 – Il lancio di Sport Moles “La talpa”. Da sinistra, Lorenzo Peretto, Massimo Righi, il presidente Mosna presentati da Fabrizio Rossini

Come ogni nuova idea, viene accolta da pareri contrastanti: chi si definisce entusiasta, chi scettico sulla possibilità di mettere scientificamente i dubbio l’arbitraggio. Con l’applicazione di un nastro magnetico rosso intorno al campo di gara ha la sua prima applicazione pratica (dopo la Finale di Junior League a Sestola) alla TIM Supercoppa Italiana 2007 a Trieste.
Ottenute le necessarie autorizzazioni e le attenzioni della FIVB, per la prima volta diventa di supporto alla coppia arbitrale in un match che conta.
Sport Moles verrà utilizzato su tutti i campi della Serie A1 TIM a partire dal 2007-2008 e fino a tutto il 2009-10.
Il sistema elettronico monitorizza, attraverso dei sensori collocati al di sotto della superficie del campo, l’impatto del pallone sulle linee perimetrali e nelle zone strettamente adiacenti a queste. È in grado di discriminare fra il colpo della palla e qualsiasi altra cosa tocchi la linea, dai piedi dei giocatori al movimento del secondo arbitro.
Il sistema è composto da tre lamine parallele di alluminio: una è posta al di sotto della linea dell’out del campo, le altre due sono posizionate a qualche centimetro di distanza, nella porzione interna di campo che sta a ridosso delle linee. Quando la palla cade su almeno una delle tre lamine, viene inviato un impulso ad un apparato informatico che, elaborato e discriminato il segnale, attiva o meno un led posizionato all’interno del seggiolone arbitrale. La spia accesa sta a significare che il pallone è sicuramente in campo, mentre se rimane spenta indica che la sfera non ha toccato le lamine, ed è dunque da considerarsi fuori o abbondantemente all’interno del rettangolo di gioco.
Sport Mole però non riesce a tradurre in immagini ciò che avviene al pallone, i fortissimi schiacciamenti che solo i primi test del Video Check System renderanno comprensibili. Dopo tre intere stagioni di applicazione, il sistema viene rimosso dai campi per trovare nuova vita nei campi della domotica e dell’analisi dei passaggi, montato in supermercati per il controllo e persino agli accessi della Città di Venezia.