Milano-Ravenna 1-3
(25-19, 20-25, 17-25, 23-25)
REVIVRE MILANO: Daldello, Schott 5, Averill 7, Abdel-Aziz 15, Cebulj 19, Piano, Piccinelli (L); Klinkenberg 2, Tondo, Galassi 3. Ne: Preti. All.: Giani.
BUNGE RAVENNA: Diamantini 10, Orduna 3, Marechal 18, Georgiev 7, Buchegger 19, Poglajen 11, Goi (L); Vitelli 5, Raffaelli, Pistolesi. Ne: Mazzone, Gutierrez, Marchini. All.: Soli.
ARBITRI: La Micela di Trento e Sobrero di Savona.
NOTE – Milano: bs 15, bv 7, errori 8, muri 5; Ravenna: bs 22, bv 10, errori 13, muri 13. Durata set: 26’, 29’, 24’, 30’ (tot. 109’). Spettatori: 1807. Mvp: Orduna.

E’ una Bunge che fa sognare, quella che espugna in quattro set il PalaYamamay di Busto Arsizio, superando in quattro set l’ambiziosa Revivre di Giani. Si tratta della terza vittoria da tre punti consecutiva per i ravennati, che nella prima trasferta del campionato (quella rinviata a Civitanova sarà recuperata il 22 novembre) allunga la serie di successi iniziata al Pala De André con Trento e proseguita con Sora. Grazie a questa impresa Orduna (mvp come quattro giorni fa) e compagni consolidano la loro terza posizione solitaria in classifica alle spalle delle corazzate Perugia e Modena, entrambe a punteggio pieno. Ancora una volta sono la grinta e la lucidità della formazione di Soli a prevalere, capace di trarre il massimo dalla battuta (dieci ace, tre per Buchegger e Marechal) e dal muro (ben tredici, di cui quattro di Diamantini), ma anche di sfruttare al meglio le sue bocche da fuoco Buchegger, Marechal e Poglajen, tutti e tre in doppia cifra come Diamantini. Spinta da questo tris da urlo, la Bunge non può però permettersi di abbassare la guardia, in quanto domenica è già tempo di tornare in campo: al Pala De André, infatti, si presenterà una Kioene Padova con il vento in poppa grazie alla netta vittoria su Sora.

Sestetti iniziali Orfano degli infortunati Sbertoli e Fanuli, il tecnico Andrea Giani schiera al palleggio l’esperto Daldello, in diagonale con il “crack” del momento, l’opposto olandese Abdel Aziz, mentre in posto 4 giocano l’ex Cebulj e Schott, al centro Averill e Piano e in seconda linea c’è il baby talento Piccinelli. Il coach Fabio Soli dall’altra parte della rete propone l’ormai collaudato starting six, con il regista Orduna, il bombardiere Buchegger, gli schiacciatori Poglajen e Marechal, i centrali Diamantini e Georgiev e il libero Goi.

Primo set Il primo break del match porta la firma di Georgiev e Buchegger, che lanciano sull’8-12 la Bunge, che però viene raggiunta nel turno al servizio di Schott: 12-12. Poglajen mette a terra la palla del 12-14, Averill riporta l’equilibrio sul 17-17 e si va avanti fino al 19-19. A questo punto, ancora con Schott in battuta, Milano cambia marcia con la banda tedesca (un ace), Cebulj e Abdel-Aziz, che al primo set point pone il sigillo al break di 6-0: 25-19.

Secondo set La Revivre parte meglio anche nella frazione successiva, scappando con un muro di Cebulj sull’8-4, ma la Bunge non si scompone e reagisce con Marechal e Georgiev, assottigliando il gap di una sola lunghezza: 9-8. Il sorpasso passa dalle mani di Diamantini, che stampa due muri di fila per l’11-13, ma i milanesi non ci stanno e rimettono la freccia: 14-13. Abdel-Aziz realizza il 16-14, Orduna il 16-16 e si prosegue di pari passo fino al 20-20. Buchegger e un altro muro di Diamantini spaccano il set, dando il la alle due schiacciate di Marechal, seguite dall’errore di Abdel-Aziz che riporta la partita in equilibrio: 20-25.

Terzo set Sull’onda dell’entusiasmo i ravennati partono meglio, scattando sul 2-4 con Georgiev, ma venendo ripresi sull’11-11 da Cebulj. A quel punto Marechal torna protagonista con tre punti di fila, seguiti dall’ennesimo muro di Diamantini per l’11-15. È sempre il francese a realizzare il 12-17, imitato dal neo entrato Vitelli, che si presenta in campo con il “block” del 14-20, e da Buchegger, che fa volare la Bunge sul 14-22. Poglajen conserva il vantaggio, Abdel-Aziz sbaglia la battuta e, al secondo set point, è Diamantini a chiudere la frazione: 17-25.

Quarto set Sale la tensione e non ci sono scossoni fino all’11-11, quando i neo entrati Galassi e Klinkenberg suonano la carica alla Revivre: 13-11. È però un fuoco di paglia, in quanto Marechal e Orduna, il secondo dai nove metri, rimettono le cose a posto, poi è un attacco sbagliato di Abdel-Aziz a far mettere la testa avanti ai ravennati: 13-14. Vitelli ferma Klinkenberg per il 14-16 ma è tutt’altro che finita, perché Milano reagisce in maniera veemente, colpendo al servizio sempre con Schott: 17-17. Poglajen prova a far ripartire la Bunge (19-21), Cebulj con due punti di fila la ripiglia (21-21). Sul 22-22 è un attacco di Marechal, con gli arbitri che cambiano idea dopo aver visto al videocheck il tocco del muro, a regalare il vantaggio alla Bunge, che con Vitelli, bravissimo a fermare l’attacco di Abdel-Aziz, e Buchegger, al secondo match point, esulta per il grande successo sul campo della Revivre: 23-25.

Le dichiarazioni del dopo-gara
Andrea Giani (Revivre Milano):
“I due infortuni arrivati dopo Perugia e il pochissimo tempo per lavorare con una nuova configurazione di gara questa sera si è visto. Nicola Daldello ha giocato una buonissima partita, ma l’intesa con tutta la squadra deve naturalmente migliorare e lo possiamo fare solo con il lavoro. Purtroppo il calendario non ci è amico: domenica saremo di nuovo in campo e non riusciremo ad allenarci come vorremmo per adeguare il nostro sistema di gioco con una nuova formazione in campo”.
Santiago Orduna (Bunge Ravenna): “Questa sera abbiamo giocato una partita con pazienza non avendo avuto modo nei giorni scorsi di studiare la Revivre Milano con Daldello al palleggio. Poteva succedere di tutto e infatti Milano è partito benissimo nel primo set. Poi con calma abbiamo trovato le giuste misure sia a muro, fermando il loro forte opposto Abdel-Aziz, sia in battuta, garantendoci di essere più efficaci con il lavoro anche in difesa. Siamo contenti di questi altri tre punti, ma dobbiamo rimanere con i piedi per terra: il campionato è lungo ed è ancora presto per capire dove potremo arrivare”.

Ufficio stampa Porto Robur Costa – Vincenzo Benini