Un oro al collo e tanta voglia di arricchire la bacheca. Primo giorno “bergamasco” per Nicola Tiozzo, fresco trionfatore con la Nazionale B ai Giochi del Mediterraneo: lo schiacciatore veneto racconta l’esperienza dorata in Spagna, alla stregua di un detonatore per la nuova avventura con la maglia dell’Olimpia.

Cosa porti in valigia da Tarragona?

I Giochi del Mediterraneo sono stati un’esperienza bellissima, a prescindere dal contesto pallavolistico. Si tratta di una sorta di mini olimpiadi, come tali danno la possibilità di entrare in contatto con altri sport e, di conseguenza, con tantissimi atleti. E’ stato un arricchimento notevole anche solo studiare gli allenamenti quando capitava di condividere la palestra.

Che sapore ha la medaglia d’oro?

Il mio secondo trofeo stagionale dunque rappresenta l’epilogo migliore di un’annata importante. Mi sono ritagliato spazio ad inizio torneo mentre ai quarti di finale con la Croazia sono entrato e ho inciso a dovere su un set. Il bilancio dunque, anche sul piano personale, è decisamente positivo.

Un aspetto che ti ha particolarmente colpito?

L’organizzazione che serve per affrontare a dovere un evento simile. Nulla è lasciato al caso, con la massima professionalità. A partire dalla sala pesi, al lavoro di scarico fino al giorno libero: ritmi scadenzati da rispettare alla lettera per avere la miglior resa in un contesto cosi particolare.

L’Olimpia, nel frattempo, ha completato il roster inserendo un nuovo opposto: Pawel Adamajtis…

Siamo stati avversari quando lui giocava a Milano e mi ricordo che disputò un’ottima gara. Ho avuto poi modo di conoscerlo proprio in quell’occasione: oltre ad essere un acquisto di valore per la A2, è un ottimo ragazzo e questo è un particolare da non sottovalutare mai.

Il campionato inizierà da Ortona, poi al Palasport arriverà Gioia del Colle: niente male come partenza…

Dalla scorsa annata ho imparato che la strada è lunghissima. Si deve lavorare sodo, ma si ha anche il tempo necessario per farlo a dovere. Con l’ambizione d’essere sempre davanti, si rischia d’andare in corto circuito dunque meglio fare un passo per volta. Ortona e Gioia del Colle sono due ostacoli impegnativi, ma anche loro saranno parecchio preoccupati di trovare Bergamo dall’altra parte della rete.

Una Bergamo che dovrà provare a migliorare l’ultimo biennio…

Abbiamo cambiato tantissimo, ma i quattro confermati (Cargioli, Cioffi, Innocenti e Franzoni) saranno fondamentali per aiutare noi nuovi ad ambientarsi immediatamente e a costruire un grande gruppo. Come è stato a Roma.

Sempre al netto del dispiacere che hai inflitto in Coppa Italia…

Un collettivo molto solido che lavorava al massimo in palestra e giocava per divertirsi. Anche da dicembre in poi quando la pressione è aumentata. Abbiamo disputato un campionato incredibile e vinto la Coppa Italia anche se uscire ai quarti di finale dei play-off è una ferita ancora aperta…

Che vuoi lenire sposando il progetto di Bergamo?

Assolutamente sì, vogliamo vincere e non ci nascondiamo. Fino a quando non raggiungo il mio obiettivo non mollo di un centimetro, sono conscio delle aspettative ma anche dell’ambiente e dei miei mezzi perciò sono tranquillo. Anche perché la certezza è che sapremo creare il clima ideale specie perché Spanakis è un coach che sa alla perfezione come fare squadra e Garnica è un leader per il quale parla chiaro il curriculum.