La forza del capitano dell’Allianz Powervolley che racconta il suo percorso nel suo nuovo libro “Io, il centrale e i pensieri laterali”

MILANO – Un sorriso a prova di dolore: è quello che mostra Matteo Piano, centrale da Asti e capitano dell’Allianz Powervolley Milano, fermo ai box per l’infortunio patito in nazionale che lo ha costretto all’operazione di ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Uno stop lungo e forzato nell’anno dell’approdo di Powervolley a Milano nell’Allianz Cloud ma che Piano ha saputo elaborare nel migliore dei modi dall’alto della sua grande forza interiore.

La sua voglia di tornare in campo non è misurabile e, se potesse, lascerebbe subito il suo programma di riabilitazione per tornare accanto ai suoi compagni. Ma la sua presenza si fa sentire e non perde occasione per essere con la squadra, ottemperando al meglio ai doveri di capitano. «Quando mi ero infortunato al tendine di Achille l’avevo presa molto male – racconta Piano sulle pagine di Tuttosport –. Ora è stato più difficile comunicarlo a chi mi sta attorno. Questa volta sono stato io a consolare loro. Dalla prossima settimana riprenderò a vivere la quotidianità con la squadra. Ma il momento più difficile sarà quando dovrò ripartire. Non sarà facile vedere gli altri più avanti e doverli rincorrere». A 29 anni appena compiuti, Matteo non ha voglia di fermarsi né con la pallavolo né nei suoi interessi fuori dal mondo dello sport: lo scorso 24 ottobre non solo ha festeggiato il suo compleanno, ma ha anche lanciato il suo primo libro. “Io, il centrale e i pensieri laterali”, scritto con la psicologa sportiva Cecilia Morini, non è la storia della sua vita, ma il racconto di un percorso che Piano ha voluto condividere partendo da un assunto: «Accettare le proprie fragilità è l’unico modo per superare i nostri limiti». Limiti che il capitano di Milano vuole continuare a scalare per inseguire i suoi sogni e obiettivi: «Dopo l’estate in azzurro, pensavo di tornare e fare una bella stagione con Milano, una stagione che mi lanciasse verso le Olimpiadi. Il programma è cambiato ma mi piace tanto l’idea di esserci a Tokyo. Ci tengo perché voglio vivere un’Olimpiade con la consapevolezza che ora ho. Arrivare a Tokyo e gustarmela è quello che desidero».

Un programma che passa da Milano e da una stagione che vede la sua squadra tornare ad essere protagonista in città: «È la città più europea per giocare a pallavolo in questo paese. È piena di stimoli. Dobbiamo essere bravi noi giocatori a portare sul campo tanta buona pallavolo e dare spettacolo. Abbiamo la fortuna di avere un impianto fantastico come l’Allianz Cloud e un presidente molto attento a rendere il volley un veicolo di valori. Io mi trovo molto in sintonia con questa visione. La chiave è la capacità di creare l’evento».