Italo Vullo lascia la pallavolo Massa. Tutti i soci hanno deciso di farsi da parte e di cedere le quote. La società sarà ceduta a prezzo zero ed i nuovi proprietari non sono di Massa. E’ dura e senza appello la decisione del massimo dirigente della Pallavolo Massa. Una decisione presa dopo molte settimane di lavoro a testa bassa per trovare le condizioni per andare avanti e maturata anche in virtù di una mancanza assoluta di risposte positive da parte dell’Amministrazione il cui atteggiamento è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma ecco le parole di Italo Vullo.

“Impensabile continuare a investire risorse economiche ed energie di fronte ad una Amministrazione Comunale che si è dimostrata miope e lontana dal mondo dello sport – dice il massimo dirigente della Pallavolo Massa – Nel mese di maggio ed in questa prima metà di giugno, abbiamo cercato di ottenere le condizioni minime indispensabili di utilizzo del palazzetto per poter pianificare nuovi investimenti in vista del campionato 2019-2020 (2 ore di allenamento per tre mattine; 2 ore di allenamento per 4 quattro pomeriggi; 11 gare interne la domenica) ma alla luce dell’ottusa e inspiegabile presa di posizione dell’Amministrazione Persiani ho deciso di dire basta Una posizione, quella del Comune, tra l’altro mai comunicata ufficialmente alla società Pallavolo Massa ma da questa conosciuta solo attraverso le cronache locali e condita da considerazioni ed epiteti squallidi (PalaVullo, gigantismo ecc.) che ledono l’immagine e la dignità mia e della mia famiglia e per i quali mi riservo di valutare, assieme ai miei legali, se esistano le condizioni per agire in altre sedi”.

Quindi la Pallavolo Massa sarà ceduta? “La società sarà ceduta a soggetti non massesi che la trasferiranno altrove. Starà a coloro che subentreranno valutare l’opportunità o meno di proseguire l’attività su questo territorio almeno con il settore giovanile ma quello che è certo è che oggi finisce la pallavolo maschile a Massa in quanto i nostri giovani, eventualmente, giocheranno per una società che non avrà sede legale in città. Dopo 50 anni di pallavolo, di cui gli ultimi diciotto spesi a portare il nome della città di Massa in alto in Italia contribuendo a tenere viva la clamorosa tradizione pallavolistica di un territorio, la rabbia e l’amarezza hanno prevalso”.

Insomma, paradosso dei paradossi, proprio quando Massa torna ad avere un suo palazzetto dello sport, perde però la sua squadra di pallavolo e la persona che dal 2016 si è battuta perché la città potesse avere un nuovo impianto omologabile.
“Massa – continua infatti Vullo – grazie alla giunta Persiani, sarà sulla bocca di tutto il mondo della pallavolo nazionale ed internazionale in quanto solo in questa città può succedere che si chiudano le porte del palazzetto cittadino in faccia alla società di Serie A che di questo territorio è la rappresentante diretta”.

Eppure le premesse era state di tutt’altro tipo? “Esatto. Il Sindaco Persiani è la stessa persona che ad inizio della stagione agonistica appena conclusa, in occasione della presentazione ufficiale della squadra in Sala del Consiglio Comunale, aveva dichiarato con enfasi che questo sarebbe stato l’anno del ritorno a casa per la Pallavolo Massa, perché questo era il volere preciso dell’Amministrazione Comunale. Forse si era sbagliato allora o forse qualcuno a lui vicino gli ha nel frattempo fatto cambiare idea? Non lo so. Quello che è certo è che la scelta di sbattere la porta in faccia alla Pallavolo Massa è una scelta che ci appare dettata da motivi pseudopolitici, mentre noi stiamo parlando di sport, e dalla miopia di chi non conosce il mondo della pallavolo professionistica; dalla necessità, evidente nei fatti, di utilizzare il palazzetto come mero strumento di consenso visto che viene promesso a chiunque senza alcuna ratio apparente. Siamo sicuri che questa decisione sarà un boomerang per il Sindaco e per la sua Amministrazione perché qualunque persona di buon senso, ed amante dello sport, non può che indignarsi di fronte a simili comportamenti e ricordarsene nel chiuso della cabina elettorale”.