SERIE A3

MONGE-GERBAUDO SAVIGLIANO          0
SA.MA. PORTOMAGGIORE                     3
20-25, 22-25, 15-25

Savigliano: Gonella, Ghibaudo, Bossolasco, Garelli, Gallo, Bosio, Ghio, Galaverna, Rabbia, Bergesio, Vittone, Cravero, Testa, Dutto. All.: Bonifetto, Brignone
Portomaggiore: Aprile, Rossi, Masotti, Govoni, Gabrielli, Pinali, Pahor, Brunetti, Ferrari, Dahl, Tonello, Grottoli. All.: Marzola, Vanini

CAVALLERMAGGIORE – Quando sbarchi su di un pianeta inedito, più grande, più luminoso ma con molte più insidie, devi adattarti in fretta; l’equipaggiamento, per quanto solido, sulle prime potrebbe non bastare. La navicella targata Monge-Gerbaudo non ha evitato le complicazioni dell’atterraggio, benché esordisse in casa, in un Pala San Giorgio tirato a lucido e addobbato a festa, con una bellissima cornice di pubblico.
Per Portomaggiore, dalla provincia di Ferrara, si trattava della trasferta più lontana, che la squadra di coach Marzola ha ottimizzato facendo calare il sipario in un’ora e 16 minuti. Ha cambiato tanto in estate, ma l’esperienza dei singoli nella categoria e il loro valore hanno compensato (mimetizzato) meccanismi di gioco che si presumeva fossero ancora in fase di collaudo ergo vulnerabili.
La matricola saviglianese – starting six con la diagonale Vittone/Ghibaudo, capitan Bossolasco e Garelli di banda, Ghio e Dutto al centro, Rabbia libero – ha sì tradito un po’ di spaesamento, una leggera malcelata emozione, ma per due set non ha sfigurato anzi ha lottato, e di questo gli si deve dare atto. Nel primo parziale era sotto 16-8 ed è rientrata fino al 18-16. E anche nel secondo ha impedito agli ospiti di scappare anzitempo, spingendosi fino al 20-22. Un errore in battuta, uno dei 13 commessi (contro i 12 avversari), ha vanificato che la rincorsa si tramutasse in rimonta. In tutti e tre i parziali coach Bonifetto ha cambiato la diagonale, dentro Testa e Bosio per Vittone e Ghibaudo (suo il primo punto della partita), confidando in una scossa e pensando di togliere riferimenti ai gialloblù, mentre nel terzo si è giocato le carte dell’esperienza con Gonella e un Galaverna (3 punti) appena al 50% della forma (più un ingresso di Cravero in battuta tattica). Ma, dopo un avvio di parziale più a singhiozzo che equilibrato (2 errori in battuta consecutivi per parte), sul 6-7 per i ferraresi il morale di Bossolasco e compagni è andato sgonfiandosi e la gara ha corso veloce verso l’epilogo.
Il Savigliano ha difettato nei fondamentali di inizio gioco, specie la battuta, a questi livelli “conditio sine qua non” per poter sviluppare un gioco efficace. Sicché la correlazione muro-difesa non ha funzionato come avrebbe dovuto.
Però non si può non mettere in relazione queste pecche con i meriti (e le malizie) di chi stava dall’altra parte della rete. Portomaggiore ha ricevuto e difeso meglio di quanto si pensasse (ogni 1.45 ricezioni un punto, per i biancoblu ogni 2.35).
E davanti, ben orchestrati da Tonello, l’opposto mancino Dahl (17 punti, devastante anche a palla staccata, top scorer e MVP), lo schiacciatore Pinali (16, baricentro basso ma le molle sotto i piedi) e il centrale Ferrari (15 di cui 5 a muro sui 9 di squadra contro 2) hanno fatto dimenticare l’assenza pesante di Dordei, S1 con un gomito fuori uso fino a dicembre.
Per i padroni di casa, il migliore è stato Garelli (10 punti come Ghibaudo), tanto abile a passare sopra le palizzate gialloblù o a infilarle, quanto prezioso nelle retrovie: l’unico, dei suoi, ad essere a proprio agio nel contesto.
Nel post partita il presidente di Portomaggiore, Claudio Saugo, elegante e signorile, ha dichiarato di aver rivisto nel Savigliano la propria squadra un anno fa, anch’essa allora neopromossa: «Gli stessi errori. Ma se vi ambientate, a casa vostra sarà dura battervi».
Il Monge-Gerbaudo ci tornerà il 30 ottobre, dopo due trasferte, la prima domenica prossima a Bologna contro una Geetit corsara a Brugherio.