Il libero della WiMORE Parma è intervenuto in diretta nel corso della trasmissione “Palla In Tribuna” su Radio Parma. “Dobbiamo stare uniti e lavorare pensando partita per partita”

Il libero della WiMORE Parma, Mattia Cereda, è intervenuto in diretta nel corso della trasmissione radiofonica “Palla In Tribuna” in onda sulle frequenze di Radio Parma e condotta dal giornalista Alberto Dallatana per fare il punto della situazione a tre giornate dalla fine della regular season e prima della sosta, a cui i gialloblù arrivano da settimi in classifica in zona Play Off dopo l’entusiasmante successo di domenica scorsa al PalaRaschi ai danni di Belluno, ora dietro di una lunghezza. Tra i protagonisti del vittorioso scontro diretto, di fronte a oltre 1500 spettatori, anche Cereda, il miglior libero del Girone Bianco del campionato nazionale di Serie A3 Credem Banca come numero di ricezioni perfette (167). “Mi trovo bene, c’è un gran pubblico e una bellissima società. Il pubblico ti dà quella carica in più perché è genuino, ti sprona e ti spinge per fare quello step in più, soprattutto, nelle partite importanti. Gli avversari che vengono a giocare al PalaRaschi si trovano davanti un tempio della pallavolo, un palazzetto gigantesco, sentirsi contro tutti questi tifosi non deve essere sicuramente facile”.

Cosa dobbiamo aspettarci dalla WiMORE nel finale di regular season?

“Dobbiamo cercare di rimanere il più uniti possibile, lavorare pensando partita per partita. Ci mancano tre partite estremamente difficili perché giocheremo in casa della quarta in classifica (Savigliano), ospitiamo Pineto che occupa il secondo posto e chiuderemo in trasferta contro Mirandola che è in piena corsa per la salvezza quindi non mollerà nulla. Poi è sempre un derby”.

Quante possibilità ci sono di accedere ai Play Off?

“Sicuramente abbiamo buone probabilità, sta a noi adesso giocarci le nostre carte al meglio”.

Che clima si respira in squadra?

“In questa squadra c’è veramente un bel clima, andiamo tutti d’accordo e lo si vede anche nei momenti difficili e nelle sconfitte dove non ci siamo mai disuniti nonostante a metà del girone d’andata, complici alcune brutte prestazioni, qualche infortunio e una formazione rimaneggiata, avessimo perso tre-quattro partite di fila. Però non ci siamo arresi, lì abbiamo toccato il fondo e siamo risaliti. Ci troviamo anche al di fuori del campo tra pranzi e cene per stare insieme. L’innesto di Dimitrov? Hristiyan è un ragazzo molto umile alla sua prima esperienza in Italia, sta disputando un buon campionato ed è un valore aggiunto per la nostra squadra”.

Come ci si sente in mezzo ai “giganti”?

“Ormai ci ho fatto l’abitudine, non vedo neanche più questa differenza però mi viene in mente un aneddoto di qualche anno fa con un mio “vecchio” compagno alto 2,05 metri. Mentre stavamo facendo un weekend al mare si è messo a guardare la gente “normale” e poi me dicendo -ride- “ma non sei tanto basso””.

Come si decide di fare il libero?

“Ci sono giocatori che magari fin da giovani hanno la passione per fare questo ruolo oppure altri come nel mio caso che erano arrivati in Serie B facendo lo schiacciatore poi si sono accorti, ad un certo punto, che questa differenza fisica cominciava a essere importante e quindi hanno deciso di provare a cambiare passando al ruolo di libero, in cui la fisicità non è fondamentale. Diciamo che mi è andata abbastanza bene”.