Costretti ad un super lavoro. Chi, qualche anno fa, immaginava che con l’introduzione del ruolo, il libero faticasse di meno, probabilmente non aveva fatto il calcolo che l’arrivo in Italia di grandi “martellatori” come i cubani, i brasiliani, gli stessi serbi, avrebbe ribaltato le carte e fatto in modo che le battute e le schiacciate si trasformassero in vere e autentiche bombardate. Man mano, quindi, quella posizione assunta da giocatori “specializzati”, o trasformati per varie esigenze, è diventata tra le più delicate all’interno del gruppo che va in campo.

Strano destino quello di Alessandro Paparoni, che ha iniziato come schiacciatore e che, strada facendo, ha indossato i panni della “qualifica” di libero, fino a diventarne uno dei più efficaci interpreti. Con la maglia della M.Roma, Paparoni ha già dato ampia dimostrazione del suo senso della posizione e della sua abilità nel sapere riceve e difendere in maniera precisa. Domenica pomeriggio (Palazzetto dello Sport, ore 18), con l’arrivo di Trento e dei suoi “sparafucile”, il ragazzo marchigiano sarà sicuramente chiamato ad un super lavoro. “È così – conferma Paparoni – perché la squadra trentina ha nel suo organico ottimi battitori, al punto che se dovessi sceglierne uno da levare mi troverei in difficoltà. Ma al di là di questo – continua – c’è da ricordare che la formazione di Stoytchev è forte in ogni suo reparto e organicamente equilibrata nei momenti di gioco difficili. Il nostro grande errore sarebbe, però, quello di andare in campo rassegnati al peggio, pensare che questi sono i campioni del Mondo e che proprio per tutte queste caratteristiche siano un’armata imbattibile. La M.Roma – riprende Paparoni – al di là della forza di Trento deve dimostrare, anzi confermare, che rispetto all’inizio ha fatto importanti passi in avanti. Certo – riconosce – la gara di Verona non è stata bellissima, ma ce l’aspettavamo perché, dopo una sosta così lunga e l’assenza per un mese di quattro compagni di squadra, non poteva vederci interpretare un gioco spettacolare. L’importante era vincere, fare i tre punti e muovere in senso positivo la classifica. Semmai, i progressi dobbiamo confermarli con grandissimo impegno domenica sera. Poi vada come deve andare”.

Paparoni non è rassegnato, quindi, come non dovranno esserlo i suoi compagni: “Se ricordo bene i nostri prossimi avversari hanno perso un punto con Piacenza e addirittura due contro Macerata. Non sono, quindi, totalmente una macchina da punti. Starà a noi sviluppare la nostra manovra, evitando di commettere errori e, soprattutto, incaponirci in particolari situazioni che magari non vengono bene. Indubbiamente – conclude Paparoni – se dovessimo fare un paragone con il calcio, direi che domenica sera noi siamo la Lazio e loro il Barcellona. Ma, come lo sport insegna, non c’è niente di scritto e, anzi, qualche volta può succedere di tutto”.