A freddo il coach della Prisma Taranto Vincenzo Di Pinto torna a parlare dell’eliminazione dalla finale della Coppa Italia di A/2 e lo fa anche per chiarire determinati concetti, a suo dire, mal interpretati nelle dichiarazioni apparse sulla stampa nei giorni scorsi, per poi aprirsi ad una chiacchierata che guarda al presente ma anche al futuro.
“ Anzitutto volevo nuovamente fare i complimenti al Taviano ed al suo allenatore Gulinelli” – esordisce il tecnico rossoblù – “Volevo poi sottolineare che io non consideravo la Coppa un obiettivo secondario ma certamente un momento di prestigio per noi e soprattutto per la società qualora l’avessimo vinta; però ho sempre detto che il nostro principale traguardo è sempre stato la promozione in A/1. Vincere la Coppa Italia e poi non arrivare primi in campionato per noi significherebbe fallire la stagione. Ecco perché la Coppa per noi rappresentava un obiettivo diverso dal campionato e sicuramente per le altre squadre partecipanti alla final-four significava un’occasione storica, una vetrina di grande immagine dato che il loro programma stagionale è sicuramente meno ambizioso del nostro. La nostra situazione nervosa poi era differente rispetto a quella delle altre squadre. Pineto, Taviano e Loreto avevano un grande vantaggio a livello mentale perché come in campionato eravamo noi i favoriti ed eravamo noi ad essere sottoposti a maggiori pressioni. Ora dobbiamo tornare pensare solo al campionato e dimenticare questo incidente di percorso”.

Lunedì sera a casa sua c’è stata una bella festa con i giocatori ed i dirigenti. Un momento sicuramente utile per compattare il gruppo.

“La festa era già stata programmata da tempo ed indipendentemente dall’esito della Coppa. Volevo festeggiare il mio compleanno ed avevo promesso ai ragazzi che se avessimo vinto a Crema gli avrei invitati tutti a cena a casa mia. La scelta della mia abitazione non è stata casuale perché era un modo per mantenere un clima affettivo e per ringraziare i miei giocatori per quello che stanno facendo. La nostra serenità non è certo mutata dopo l’eliminazione dalla Coppa” .

Ora giunge un impegno davvero ostico, domenica andate a Bassano, che ne pensa?

“La trasferta di Bassano è sicuramente molto insidiosa ma a livello nervoso per noi e per gli avversari le cose ora cambiano. Infatti la pressione sarà certamente divisa equamente dato che loro devono assolutamente cercare di vincere contro di noi per non allontanarsi dalla zona play-off ( è ottavo con 37 punti, ndc)”.

Come avete programmato la preparazione in vista di questo rush finale?

“Fino a Crema avevo impostato il lavoro in una certa maniera pensando ad un ciclo che culminasse appunto con lo scontro diretto. Con la Coppa di mezzo, io e il mio staff abbiamo dovuto pensare al singolo impegno perché la final-four ci ha fatto perdere molte energie nervose. Dopo Bassano sicuramente potremo riprogrammare il nostro lavoro sulla base di un ciclo che ci faccia arrivare in determinate condizioni fisiche e nervose in quello che voi definite il segmento più importante della stagione ossia Loreto ( fuori casa il 19 marzo)-Gioia del Colle ( in casa il 22 marzo) – Arezzo ( in trasferta il 26 marzo)”.

Coach è difficile ottenere risultati in una grande piazza come quella di Taranto?
“Colgo l’occasione di questa domanda per chiarire alcuni passaggi di una mia intervista apparsa nei giorni scorsi su un quotidiano regionale ( la Gazzetta del Mezzogiorno, ndc) nella quale si faceva un punto della situazione della pallavolo pugliese ed un parallelo tra le società pugliesi di serie A.
Intendo sottolineare che non possono essere paragonate realtà pallavolistiche come Gioia, Taviano e Castellana, che tra l’altro stanno lavorando benissimo, alla realtà di Taranto perché sono differenti per potenzialità ( un bacino di utenza molto più ampio, ndc) e progettualità. Un conto è primeggiare in un paese pur grande, altro è confrontarsi in una città come Taranto nella quale ci sono anche altre realtà sportive della stessa importanza del volley (calcio e basket, ndc). Il progetto economico, tecnico e di immagine voluto fortemente dal presidente Bongiovanni e dalla general manager Zelatore è di uno spessore differente rispetto a quello delle altre realtà pugliesi ed ha come unico grande obbiettivo la serie A/1, ossia tornare a far parte della grande pallavolo nazionale
Le altre realtà pallavolistiche pugliesi, a mio avviso, hanno, invece, progetti di crescita sportiva graduali e stanno cercando di creare una stabilità tecnica di alto livello.Raggiungere traguardi importanti ed ambiziosi nel Meridione ed in particolare in Puglia è storicamente stato sempre difficile visto che nel passato ci sono state società che hanno avuto problemi economici o anche guai giudiziari che non hanno consentito di dare una continuità”.

Ma la Puglia come movimento è in crescita negli ultimi anni.

“ Ci sarà modo in futuro per fare analisi più approfondite ma è chiaro che in Puglia c’è un grande movimento pallavolistico che può ancora migliorare molto grazie anche alla crescita di tecnici emergenti .Poi c’è un discorso legato alla tradizione delle varie società”.

Di Pinto ha un sogno nel cassetto?

“ In questo momento ho sposato appieno l’ambizioso progetto della Taranto Volley del presidente Bongiovanni con la quale spero di togliermi le migliori soddisfazioni professionali. E’ chiaro che mi piacerebbe in futuro avere la possibilità di lottare per uno scudetto o disputare la Champions Cup. Ora però devo pensare a vincere il torneo di A/2 con la Prisma e vi assicuro che non sarà facile nonostante il nostro vantaggio in classifica. Ci sono ancora tante insidie da affrontare.”

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