“Non li abbiamo mai messi in difficoltà al servizio e di conseguenza abbiamo sofferto troppo a muro e in difesa. Dobbiamo ancora lavorare tanto. Questa squadra non ha ancora una sua identità: devo lavorare ancora molto per plasmare questo gruppo e dargli un’identità ben definita”. Questo l’epilogo, secco, deciso e schietto di mister Enzo Valdo, uno che non fa tanti giri di parole e che affonda diretto sui limiti emersi nella giornataccia del crollo casalingo del Fiorese. Il tecnico veronese non nasconde la sua delusione per la brutta partita dei suoi tra le mura amiche del PalaBassano, come non nascondono la loro delusione i visi preoccupati di appassionati e tifosi che lasciano mestamente il palazzetto dopo aver assistito ad una partita che farà certamente discutere. Dall’altra parte del campo i volti felici dei giocatori e dello staff tecnico dell’Isernia, squadra che non aveva mai vinto al PalaBassano e che ieri sera ha strameritato il successo offrendo una prestazione quasi perfetta sotto molti punti di vista: sull’ottima ricezione del migliore in campo Negao (ben oltre il 70% di positività), di Bidegain (86%) e del libero Kangasniemi (76%) la Fenice Isernia ha consentito al bravissimo Scappaticcio di giostrare il gioco a suo piacimento facendo girare la testa al muro bassanese: il risultato ovvio è stato un cambio palla sin troppo semplice e quasi matematico della squadra ospite, che, non ingannino i parziali nei primi due set e fatta eccezione per il passaggio a vuoto nel 3°, ha sempre avuto in mano il pallino del gioco. Il dato di 12 muri ospiti contro 2 sole stoppate vincenti per il Fiorese è abbastanza eloquente.

Sin qui gli indiscutibili meriti dei molisani. Sull’altro fronte i giallorossi hanno giocato una partita sufficiente in ricezione (64%) e addirittura buona in attacco (60% contro il 52% di Isernia), ma hanno perso la partita servendo in maniera tutt’altro che incisiva: di conseguenza il muro e la ricezione, che con una maggiore determinazione potevano comunque arginare di più lo strapotere ospite, hanno latitato per tutto il match, nel senso che proprio non si sono mai visti. Basti pensare che il migliore dei suoi in difesa è stato addirittura Stephen Shittu, notoriamente non proprio un fenomeno nel raccogliere palle destinate a cadere a terra, ma comunque carico e determinato al punto da compiere alcuni tuffi da applausi: quando si dice la voglia di sporcarsi. Il gigante afrobelga alla fine ha chiuso con un confortante bottino di 19 punti, col 63% di positività in attacco e con 3 muri subiti, segno che il n.1 giallorosso sta ritrovando la sua forma migliore e questa è certamente una bella notizia per tutti.
Adesso il Fiorese è atteso da due traferte (a Vibo e a Mantova), dopodichè si tornerà al PalaBassano contro Loreto attuale capolista a punteggio pieno e poi, quattro giorni dopo, di nuovo in casa contro Castellana: quattro match di fuoco da cui il Fiorese dovrà uscire con il maggior numero di punti possibili per non trovarsi troppo invischiato nella zona calda.

Altre note. Prima di tutto va detto che le regole di buona condotta dovrebbero essere rispettate in tutti i palazzetti, non solo in alcuni: d’accordo che siamo in Italia e che ogni legge viene applicata a macchia di leopardo, ma è risaputo che altrove trombe, trombette e quant’altro, sono fatte suonare dai tifosi direttamente nelle orecchie dei giocatori visto che non esistono le distanze minime o che le stesse non vengono mai fatte rispettare. In ogni caso sappiamo che il PalaBassano non è mai stato un catino infuocato: pubblico numeroso, decisamente corretto verso tutti, spesso competente e comunque sempre desideroso di vedere soprattutto una bella partita di volley. Ieri sera nel 2° set è però accaduto un fatto che deve far riflettere e mi auguro che questo messaggio sia raccolto da molti: il divieto imposto ai tifosi dello spicchio da parte del delegato di Lega di usare le trombette sulla battuta (il capitano ospite ha il diritto di chiederlo da regolamento) ha provocato, cosa mai vista da queste parti, la reazione di tutto il resto del palazzo che ha cominciato a fischiare e urlare ad ogni occasione in cui i giocatori dell’Isernia si presentavano sulla linea dei nove metri. La cosa, più che infastidire gli ospiti che nel corso della vicenda hanno sbagliato sì e no un paio di battute, ha però improvvisamente risvegliato dal torpore i giallorossi i quali, pur giocando male, hanno rischiato di vincere il 2° set dopo essere stati sotto per tutto il parziale. La cosa dovrebbe far riflettere quanti vengono al palazzetto e quanti tengono alle sorti della squadra: l’aiuto del pubblico non fa certamente vincere le partite e nemmeno risolve i problemi tecnici, ma aiuta, eccome se aiuta. Eventualmente a saperlo, le prossime volte faremo sempre dire allo speaker che è stato vietato l’uso delle trombette.

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Mauro Sabino