Gira la ruota, parlano i numeri. Dopo lo scivolone interno di domenica scorsa con Isernia, La Nef si accinge ad intraprendere il girone di ritorno portando in dote otto punti ed altrettanti di ritardo sulla quart’ultima piazza, che ora è di competenza di Cavriago. Ma mentre le dirette concorrenti – ormai chiaramente identificate, seppur con la variabile di Roma e Castellana che stanno innestando la marcia in più che possiedono – continuano a muovere la classifica, la compagine fidardense è a digiuno da un mese abbondante: dal primo ´centro` da tre punti del 23 novembre scorso con Catania sembra essere passata un’eternità sotto forma di un dicembre “nerissimo”. Quattro partite, quattro sconfitte, un solo set incasellato. Pur rispettando il valore degli avversari, pur riconoscendo l’insidia delle trasferte affrontate e alcune attenuanti generiche in termini di problematiche fisiche, è un bilancio che induce a guardarsi “dentro”. Dopo la disfatta con Isernia (la prima interna dal massimo scarto) è lecito chiedersi che fine abbia fatto la squadra granitica e combattiva che ha conquistato la promozione e l’entusiasmo di giocarsi a denti stretti l’A2. Altri numeri: la prima metà del torneo se ne va con tre vittorie in carniere – come Città di Castello e Catania, che però hanno ´spizzicato` maggiormente in giro – di cui due al tie break; undici le sconfitte, di cui cinque (su sette) in casa, laddove il palaOlimpia doveva essere una fortezza. Un totale di 16 set all’attivo e 37 subìti, di cui rispettivamente 5 e 20 fuori casa. In sostanza, tolta l’impresa isolata di Mantova, La Nef in trasferta ha strappato appena due parziali. Poco, troppo poco. Ma con 14 partite davanti e 42 punti in palio tutto è possibile, purchè si recuperi fiducia e la spregiudicatezza di un tempo. Ce n’è bisogno più che mai perchè si apre un altro ciclo micidiale. Si torna in campo già sabato a Roma con il solito imperativo di dover strappare qualche punto e tre giorni dopo – martedì 6 – scende a Castelfidardo la corazzata Santa Croce.