Era la stagione 1989/90 quando l’allora diciassettenne Davide Tovo arrivò in punta di piedi nelle giovanili della Transpack Padova. Oggi, dopo quattordici stagioni passate all’ombra del Santo, l’ex centrale bianconero saluta la sua storica squadra per iniziare una nuova avventura con la Val di Non Blue City Anaune di Cles (TN) che milita in serie B1 e nella quale gioca anche Lorenzo Bernardi, altro atleta che ha fatto la storia della pallavolo moderna.
Con questo comunicato, la Società Volley Sempre Volley ringrazia Davide per i bellissimi momenti trascorsi insieme, rinnovando la profonda stima e l’affetto che ormai lega Padova all’atleta di Adria.
«Per me non è stata una scelta facile – dice Tovo – perché abbandonare questa Società dopo tanto tempo è stato come chiudere un importantissimo capitolo della mia vita. A fine stagione, però, avevo ricevuto una proposta interessante e ho colto l’occasione per tentare quest’avventura. Voglio ringraziare tutti i tifosi per il calore dimostrato nei miei confronti in ogni momento e voglio dire loro che questo non è un addio, bensì un arrivederci. Infatti con la mia nuova squadra giocheremo quasi sempre il sabato, per cui alla domenica sarò spesso al PalaNet per tifare Padova, per salutare i miei ex compagni e per stare in compagnia di tutte le persone che in questi anni ho avuto modo di conoscere e alle quali sono legato affettivamente. A Padova ho trascorso bellissimi anni, dal primo all’ultimo, avendo la fortuna di lavorare al fianco di grandissimi campioni e di ottimi allenatori».
Tovo rispolvera poi l’archivio dei ricordi e fatica a stilare una classifica dei momenti indimenticabili. «Se dovessi scegliere un ricordo su tutti – dice – penso che sarebbe quello legato al mio primo giorno a Padova. Ero giovanissimo, arrivavo da un piccolo paese e i riflettori della grande pallavolo sembravano distanti anni luce dalla mia realtà. Essere a Padova era un vero sogno. Ricordo con gioia anche la convocazione in Nazionale nel 1993, la vittoria in Coppa Cev e le tre salvezze delle ultime tre stagioni, in cui abbiamo conquistato sul campo la permanenza in A1 grazie al duro lavoro e ad uno staff unito, compatto, coeso. Oggi ho quasi 36 anni, ma fisicamente sto ancora bene. Dopo tanti anni di serie A1 trovo stimolante scendere di categoria per ritagliarmi quel maggiore spazio che, logicamente, nella massima serie ormai fatico trovare. Io però Padova non la lascerò, perché ogni domenica il mio cuore sarà sempre lì: in campo coi ragazzi e sulle tribune coi tifosi».
Grazie, capitano.

Alberto Sanavia
Ufficio Stampa Antonveneta Padova