A circa un mese dal grido d’allarme sollevato dalla Pallavolo Catania che ha portato a scelte difficili per salvaguardare la stagione, l’amministratore delegato rossazzurro Fabio Pagliara annuncia che la situazione sta tornando alla normalità, ma che il processo per superare totalmente le difficoltà (non solo della Pallavolo Catania, ma dell’intero movimento) non è finito.

“Abbiamo affrontato la situazione per tempo e, consentitemi, con coraggio e serietà. Possiamo affermare con chiarezza che la stagione verrà portata a termine e che l’intero progetto “Catania Sportiva” è stato salvaguardato. Nella situazione economica che si è venuta a creare negli ultimi mesi e per la quale lo stesso presidente della Repubblica Napolitano ci esorta a “rigore e sacrifici”, noi abbiamo capito per tempo che, per sopravvivere, erano necessarie alcune rinunce e le abbiamo attuate. Certo, ci ha infastidito verificare che qualcuno ha strumentalizzato la situazione: così dalla società che ha affrontato il problema con serenità e serietà, siamo diventati la società che non avrebbe concluso la stagione. E invece, eccoci qui, dopo aver superato la crisi più difficile in modo veloce. Abbiamo riequilibrato la spesa corrente, anche se non possiamo disconoscere che i problemi restano: tutti siamo chiamati a continui sacrifici in un periodo economicamente difficile come questo. La pallavolo a Catania però è salva, e adesso ci concentriamo sul nostro scudetto, cioè la salvezza. Non solo, stiamo vagliando tutte le soluzioni possibili per rinforzare l’organico”.

Qualcuno, nel momento in cui la società etnea ha ufficializzato i propri problemi, si è però chiesto: a giugno, quando è stata costruita la squadra, non si era già a conoscenza delle difficoltà?

“La risposta è in fondo più semplice di quanto si possa credere. Prima dell’estate la situazione globale non era così drammatica e anche noi avevamo garanzie diverse, contratti firmati con altri importi, trattative ben avviate, parole ricevute e aspettative di rinnovi sulla base dello scorso anno. Attenzione, non supposizioni, ma contratti! Poi ….beh, è cambiato il mondo. Oggi, la situazione internazionale e locale è precipitata. Se certi sentori non erano stati individuati da economisti di livello mondiale, non vedo come potevamo prevederli noi. Se qualcuno, per esempio, era a conoscenza della crisi del settore del credito o poteva prevenire le difficoltà finanziarie degli sponsor, avrebbe potuto avvertire, fornendo così un bel servizio al mondo dello sport. Ci tengo infine a precisare che le rinunce fatte da noi non hanno danneggiato il movimento pallavolistico e hanno privilegiato le giuste ambizioni dei ragazzi che sono partiti.”.

Nelle difficoltà dunque, siete riusciti a trovare comunque le soluzioni.

“Sì, ma focalizzerei il ragionamento sul vero problema: dobbiamo renderci conto che lo sport definito impropriamente minore ha costi eccessivi rispetto agli introiti. Questo è un tasto dolente, che avevamo già premuto tempo addietro, e che adesso torna d’attualità. In periodi straordinari, infatti sono necessari interventi straordinari. L’obiettivo è ridurre il budget dell’A2 del 40%. E allora bisogna abbassare le spese dell’intero movimento, e non alludo solo al costo dei giocatori. Vanno ridimensionati i costi per i tesseramenti, per le tasse gara, per i transfer internazionali: l’impostazione dei campionati andrebbe rivista. Dunque, piuttosto di concentrarci sulla crisi delle singole società, servirebbe una task force per cambiare alcune regole e dare risposte alla difficile situazione, che è nazionale, non solo locale. Non dobbiamo dunque fare gli struzzi: noi non abbiamo nascosto la testa nella sabbia, mettendo in piazza i nostri problemi, ora tocca all’intero movimento. Basterebbero degli accorgimenti per garantirsi un futuro stabile, visto che la pallavolo in Italia ha valori solidi e resta comunque ben viva”.

Torniamo a Catania.

“Per dire che i nostri appelli sono stati spesso inascoltati. Anzi, ci stiamo rendendo conto che, a Catania, se un giocattolo si incrina, si pensa subito a buttarlo, invece di provare ad aggiustarlo. La Pallavolo Catania, in questo senso, è un esempio lampante: il giocattolo danneggiato, lo stiamo riparando da soli. Ci rendiamo conto della situazione economica che colpisce tutti i settori. Per questo, a nostro avviso, ci vogliono grandi alleanze che interessino società civile, imprenditoria, professionisti e politici. La città deve chiedersi se salvare e salvaguardare lo sport minore, oppure se lasciare tutto così com’è. Per arrivare a un risultato però abbiamo bisogno delle Istituzioni. E, attenzione, io credo che il problema sia ben più diffuso nell’intero panorama degli sport minori. Non appartiene solo al volley, ma è veramente generale”.

Nel frattempo continuate a lavorare.

“E’ l’unica vera cosa da fare ! Stiamo coltivando il settore giovanile, attraverso uno staff tecnico di ottimo livello, senza tagliare di un centesimo il budget. Rilanceremo a breve l’idea della Polisportiva. Solo unendoci, possiamo pensare con più serenità al futuro. Anzi, in tal senso invito gli amici degli altri sport con cui abbiamo intessuto importanti rapporti a darci una risposta chiara, in vista della Polisportiva: o dentro o fuori, insomma. Ricordiamo infine che tutto per noi parte dalla pallavolo, nostro grande amore, ma il volley resta solo un asset della nostra organizzazione. Lavoriamo infatti per una società (già in parte realizzata) che faccia sport, a tutti i livelli, comunicazione ed intrattenimento”.

Catania Sportiva, dunque, primo pensiero.

“E’ il nostro lavoro, ma non siamo concentrati solo su noi stessi. Conosciamo e ci interessiamo dei problemi della nostra Sicilia, e sappiamo bene che sono tanti e di difficile soluzione. Siamo ben coscienti insomma che ci sono altre priorità. Sono priorità, come la lotta alla mafia e al racket, che condividiamo e che hanno bisogno di unioni forti. Le vicende di Agrigento (intimidazione al vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, ndr) e di Messina (spari contro la vettura dell’imprenditore Mariano Nicotra, ndr) dimostrano che dobbiamo lottare ancora tutti con grande impegno. Noi siamo assolutamente a sostegno di tutti gli imprenditori con la schiena dritta che denunciano qualsiasi abuso perpetrato ai danni della loro attività. Continuiamo a sostenere che lo sport sia fondamentale per allontanare le giovani generazioni dalla mafia e dalle devianze e siamo a disposizione, come abbiamo fatto in passato, per qualsiasi iniziativa o messaggio che, attraverso lo sport, possa colpire e indebolire ogni forma di criminalità organizzata.
Insomma, con rigore e sacrificio, e anche con coraggio, andremo avanti per la nostra strada, sperando di non essere lasciati soli durante il lungo cammino che ancora dobbiamo fare”.