Per uscire dai momenti di crisi, spesso, le soluzioni sono più semplici di quanto si creda. La M.Roma Volley sta attraversando un periodo difficile: al temine del girone di andata non è entrata tra le prime otto della classifica, dunque non ha potuto partecipare alla Coppa Italia, e anche gli infortuni stanno condizionando il rendimento generale della squadra. Questa settimana di riposo dagli impegni ufficiali sta servendo a Giani per agire dal punto di vista psicologico, per cercare di colmare alcune lacune a livello tecnico e per lavorare sulle gambe in vista del girone di ritorno, dove i neroverdi dovranno recuperare qualche posizione per competere nei playoff. In questo momento, però, occorre serenità.

Del momento delicato si fa portavoce Mirko Corsano, una sorta di “grillo parlante”, un atleta che ha trascorsi nobili, e per questo attentamente ascoltato dai suoi compagni. Il libero ha vissuto momenti del genere nell’ampio arco della sua carriera. Per questo non si stupisce né suona l’allarme: “Il nostro – spiega Corsano – è sicuramente un problema psicologico, di testa, che ci porta a non essere cinici nei momenti in cui servirebbe una maggiore cattiveria agonistica. Noi siamo fuori dalla Coppa Italia per un solo punto. Direte: d’accordo, ma siete fuori. Ecco, sarebbe bastato chiudere meglio alcuni incontri in cui eravamo addirittura in vantaggio ed altri magari ripresi per i capelli e finiti al tie break. Proprio questo mi fa pensare che non è ancora avvenuto il processo di coesione fra noi anziani e qualche giovane. Ed è naturale visto che tutti ci conosciamo da pochissimo tempo”.

Le recenti sconfitte non devono ingannare. Secondo Corsano non c’è niente di fallimentare: “Anzi – continua il libero – se la M.Roma avesse avuto meno infortunati, ora faremmo un altro discorso. Ha ragione Mezzaroma quando si infervora a dire che tra le prime otto noi potremmo esserci abbondantemente. Chiaro, poi, che sarà il campo a dare l’esatto valore della nostra identità”.

In attesa di tornare a buoni ritmi, Corsano si rende utile nel dispensare consigli e comportamenti ai suoi compagni: “Li ringrazio – dice – perché mi ascoltano. E io lo faccio volentieri perché i giovani nei momenti difficili hanno bisogno di quella parolina in più per crescere. Intanto – conclude – mi rendo utile in questa maniera. Certo, è poco ma, magari, un suggerimento dato bene può essere importante per sollecitare un particolare guizzo. A noi questo è mancato. Bisogna tornare a vincere, perché è l’unica medicina”.