L’estate sta finendo, diceva una nota canzone. Almeno per la Pallavolo Molfetta, che vede avvicinarsi il campionato a passi più o meno grandi. E mentre si sta mettendo a punto il programma delle amichevoli (sabato la prima a Isernia), in casa biancorossa è l’ora dei numeri di maglia. Sono stati infatti assegnati quelli che caratterizzeranno la stagione, ogni giocatore con il suo “marchio” in spalla. Ogni marchio che è un incrocio tra desideri e scaramanzie, come nel più perfetto dei riti precampionato. E via con le curiosità allora: i confermati dalla scorsa stagione hanno saggiamente tenuto sulle spalle il numero col quale hanno vinto e convinto. Bisci avrà il 17, dunque, Del Vecchio il 6, Caputo l’1. Dal punto di vista numerologico, un bis già è stato fatto.

Le curiosità sui nuovi: Giglioli ha richiesto il 12 che già due stagioni ebbe con la Pallavolo Molfetta, Roberti ha puntato il 16, lo stesso numero che il fratellino Luca, sempre nel 2009-10 vestì qui a Molfetta. Per Uchikov c’è il 5, da lui richiesto espressamente. Cinque come le dita della mano, quella con cui dovrà schiaffeggiare o accarezzare i palloni gestiti dal buon Bacci. Cinque come quello che i tifosi puntano a chiedere, a fine partita, al gigante del Balcani. “Dammi un cinque Nikolay”. Ecco fatto, almeno sulla maglia.

Joel Bacci avrà addosso il 7 cantato (e decantato) da De Gregori. Il ragazzo si farà, scriveva il cantautore romano. E Bacci, che già nel nome (Joel) riecheggia l’identità del folletto, avrà buon gioco nel dimostrare, citando ancora il concittadino De Gregori, che le sue spalle sono tutt’altro che strette. Chissà invece se l’esperto Massimo Botti sapeva che l’8 che vestirà nella nuova stagione rappresenta l’infinito, l’incognito. Scelta consapevole o no, la sostanza è la stessa: in una squadra che capirà, cammin facendo, quanto può fare e ottenere, lui rappresenta l’equilibrio, la conferma. Sarà una delle guide, indiscutibilmente. Come lui Francesco Mattioli, che avrà il 9, nel calcio il numero dei centravanti, del goleador. Nella pallavolo non può avere lo stesso senso, ma Mattioli ci tiene particolarmente, visto che per la settima stagione consecutiva ha scelto di porlo sulla propria schiena. Gli porta fortuna, ci porterà fortuna.

Al Nabhan vestirà il 13 che, si dice, per rimanere in tema di fortuna, ne porti a bizzeffe. Magari, proprio per questo, molti scongiurano il suo utilizzo. Ma poco importa al concreto schiacciatore del Bahrein. Sta facendo vedere di che pasta è fatto. A prescindere dal numero. Di certo non prescindono tifosi e società, che con lui vogliono aver vinto. Come una schedina del vecchio Totocalcio. Vogliamo fare 13 con te, caro Yasim.

La galleria delle maglie procede con il 10 di La Forgia (la fantasia al potere, almeno così vale nel calcio) e il 14 di Illuzzi. Carlos Alomia avrà invece l’11, mentre per il giovanissimo Poli ecco il 2.
Questo per quanto concerne i numeri. Poi c’è il lavoro. E, come sempre, sarà quello a contare. Lo sa bene uno come Pino Lorizio. A lui i numeri importano poco. Sudare, sacrificarsi, vincere. Le uniche parole che contano.