Lasciata in maniera improvvisa la qualificazione alla Coppa Italia, per un’intera settimana la M.Roma ha cercato di trovare i motivi del deludente risultato. Probabilmente le cinque vittoria di fila, con un posto di riguardo nell’alta classifica, avevano illuso sul “miracolo Roma”, una formazione fatta di esperti campioni e di giovani talenti a cui mancava soltanto di far quadrare il cerchio nel difficile assemblaggio tra vecchi e nuovi. Giani, per la verità, grazie anche ad un calendario iniziale decisamente non proibitivo, ha lavorato proprio sulla coesione del gruppo, sulla costruzione del gioco che gli è venuta facile grazie, come detto, all’esperienza dei vecchi, subito assimilata dai nuovi arrivati. Certo, qualche squilibrio c’è stato soprattutto perché, a causa dei Mondiali, Uriarte è stato l’ultimo a mettersi a disposizione. E si sa bene quanto il palleggiatore sia determinante nell’economia di una squadra. Purtroppo, però, sono andati al vento punti preziosi, che la Roma avrebbe dovuto e potuto incamerare, e ci si è ritrovati a giocare, proprio nell’ultimo match del girone di andata, l’ottavo posto per la Coppa Italia.
Ecco perché riavvolgere il filmato dell’incontro di Piacenza fa crescere la rabbia. “Rivisto l’andamento del girone di andata – spiega l’allenatore – la M.Roma avrebbe potuto raggiungere la qualificazione alla Coppa Italia molto prima del match di Piacenza, perché, paradossalmente, se nei primi turni siamo stati bravi a fare punti preziosi per la classifica, contro Macerata, Modena e Piacenza, abbiamo dimostrato di aver raggiunto anche una qualità di gioco eccellente. L’andamento delle tredici partite giocate, quindi, mi fa pensare che in prospettiva possiamo affrontare con un pizzico di ottimismo il girone di ritorno”.
Le ultime settimane di preparazione avevano spinto Giani ad imprimere alla squadra un ritmo più sostenuto proprio in previsione della Coppa Italia. “Aver ciccato l’obiettivo – dice il coach – mi ha fatto dare un’inversione di rotta al lavoro. In questa settimana c’è stato un po’ di scarico nervoso, ho cercato di far calare la tensione. L’inizio del girone di ritorno ci troverà, quindi, preparati ad affrontare con maggiore determinazione e, soprattutto, con cattiveria i momenti in cui dovessimo piazzare il colpo decisivo. Indubbiamente – riprende Giani – c’è un po’ di amarezza per come è andata a finire ma, se non altro, l’amara esperienza vissuta nel girone di andata ci fa credere che riusciremo finalmente ad essere più cinici e a chiudere le partite quando ce ne sarà data la possibilità”.
Soprattutto perché anche l’infermeria si sta svuotando. “Indubbiamente – conferma Giani – gli infortuni, che non mi hanno mai permesso di schierare la formazione tipo, hanno condizionato parecchio il nostro gioco. Va detto, comunque, che chiunque ha giocato non ha fatto mancare il suo impegno”.
Domenica c’è il Verona, una formazione che già all’andata ha creato qualche grattacapo. “Mai come quest’anno – conclude Giani – il campionato è estremamente equilibrato. Se penso che tra noi e la quarta in classifica ci sono soltanto quattro punti di distacco, mi viene da dire che non esistono squadre materasso e che c’è un equilibrio maggiore. A Verona cercheremo di fare una partita di grande temperamento. Già in partenza sappiamo che sarà dura ma, se vogliamo davvero rialzare la testa, dobbiamo riportare a casa i tre punti”.