Le luci della ribalta non lo spaventano, anzi nemmeno ci fa più caso, perché Lorenzo Gemmi è da anni un atleta che gioca ai massimi livelli nella pallavolo.
Nella due giorni di Montecatini però un po’ d’emozione l’ha provata, perché al centro della scena non c’era lui e gli antagonisti non erano giganti dal braccio veloce, bensì leggiadre fanciulle che sfilavano suscitando commenti ammirati ed esaltando la fantasia. Nessun mistero, parliamo di Miss Italia, il concorso di bellezza più famoso nel Bel Paese e della sua edizione 2011. Tra quante si contendevano lo scettro di più bella del reame c’era infatti Francesca Scattolini, fidanzata di Lorenzo, fresca laureata in architettura e apprezzata modella, che per la seconda volta si è guadagnata gli onori della finale e poi è arrivata fino alla serata conclusiva, quella delle magnifiche 30.
A Lorenzo chiediamo un breve commento sulla due giorni in terra toscana e sulle emozioni inevitabilmente conflittuali che può vivere il fidanzato di una delle concorrenti.
«E’ vero, sono le classiche situazioni in cui non sai cosa augurarti… Se Francesca avesse vinto il titolo, per un anno mi sarebbe stata lontana per gli impegni di lavoro che conseguono automaticamente alla corona di Miss Italia; se, come poi è avvenuto, non avesse vinto, ci sarebbe stata un po’ di delusione per un sogno in qualche modo svanito. Devo dire comunque che lei ha partecipato quasi per scherzo e non aveva alla vigilia particolari aspirazioni, se non quella di arrivare alla serata finale. Missione
compiuta, quindi, bella esperienza, ma ora si torna alla vita di tutti i giorni, che per Francesca significa il lavoro presso un’agenzia come modella e un futuro da architetto, visto che ha da poco conseguito la laurea specifica. Con lo sport naturalmente anche lei ha un buon rapporto: per dieci anni ha praticato il nuoto sincronizzato, ora va in piscina soltanto per divertirsi e quando ha voglia di un avvenimento agonistico dal vivo, può sempre venire a vedermi».
Quest’anno vedrà un Lorenzo Gemmi impegnato nella lotta al vertice del campionato di serie A2?
«E’ quanto ci auguriamo tutti. Il roster allestito è sicuramente di buon livello. Non dico niente di sconvolgente se affermo che siamo sicuramente, almeno sulla carta, tra le prime cinque squadre di tutta la A2. La mia esperienza mi porta però a non sbilanciarmi troppo in pronostici prima che la stagione inizi, visto che di recente mi è capitato ad Isernia, peraltro da capitano, di partire con grandissime aspirazioni e di trovarmi in ben altra situazione di classifica».
E’ comunque il miglior Sora di tutti i tempi, anche a detta di chi con questa maglia gioca da qualche anno…
«Da avversario mi sono trovato spesso in difficoltà contro il Sora, che è una squadra che fa della combattività e del gruppo coeso le proprie peculiarità. Ora che sono da questa parte della rete, capisco che l’ambiente è una risorsa in più. La preparazione è stata ottimale, il nostro coach Gatto ha fatto molto bene a non costringerci ad un tour de force di amichevoli, come invece hanno fatto altri club. Abbiamo giocato il giusto e abbiamo lavorato tanto ed in grande sintonia. Spero che fin dall’avvio si possano cogliere i frutti del nostro eccellente lavoro».
L’avvio però si chiamerà Castellana. Un ostacolo troppo alto anche per voi?
«E’ la squadra sulla carta più forte. Questa non è una mia considerazione, ma il giudizio più o meno unanime degli addetti ai lavorii. Due anni fa il Sora giocò la prima partita a Castellana e perse per 3-2, stavolta speriamo d’invertire il punteggio, ma non ci illudiamo che possa essere facile. Servirà un’impresa, ma a questa squadra nessun traguardo è precluso e state certi che ci proveremo».
Nel tuo ruolo c’è grandissima concorrenza. Enrico Libraro e Da Silva “Dedè” non sono certo due tipi qualunque. Come vivi questa situazione?
«Nel migliore dei modi. Una squadra che ha grandi ambizioni deve avere grandi giocatori. Conosco Enrico Libraro e posso dire che non è soltanto un collega, ma un amico. E’ un ragazzo determinato e so che a lui la concorrenza fa soltanto bene, perchè lo porta ad offrire il meglio di sé, che è davvero tanto. Quanto a Dedè, è il classico brasiliano, che interpreta questa disciplina con estro, fantasia e dedizione. Ci sarà da divertirsi ed io sono fiero di poter offrire il mio contributo a questa squadra che legittimamente ambisce a un posto al sole».
E con queste parole Lorenzo ci congeda e torna al lavoro, perchè il campionato incombe. Prima la trasferta di Castellana Grotte, poi l’esordio casalingo contro Cantù, cittadina brianzola che dopo aver vinto tutto nel basket cerca gloria anche nel rutilante universo del volley.
A Sora si augurano che i sogni dei “mobilieri” possano attendere almeno una stagione, perchè stavolta patron Gino Giannetti chiede ai suoi di arrivare fino in fondo, dove il confine tra sogno e realtà è sottile quanto un foglio bianco.
Su questo foglio Gemmi e compagni vogliono scrivere le pagine più belle della storia della Globo. E magari in tribuna a celebrare l’auspicato trionfo ci sarà anche una “quasi miss Italia”…
Sul palcoscenico ora torna Lorenzo, riflettori sul “posto 4″….

Roberto Mercaldo