ll campionato della Globo Banca Popolare del Frusinate Sora è terminato, come nella scorsa stagione, all’altezza dei quarti di finale. Stavolta però per approdare tra le magnifiche otto la compagine di Alberto Gatto ha dovuto superare il turno degli ottavi, battendo Milano in due sole gare.
Di quanto è accaduto e di quel che accadrà parliamo con uno dei più apprezzati protagonisti, Mario Scappaticcio, palleggiatore, capitano e
trascinatore, che anche nella prossima stagione vestirà, al pari di Michele
Gatto ed Enrico Libraro, la maglia della Globo Sora.
Il campionato deve ancora terminare, con la finale dei play-off tra Padova e
Santa Croce. Un pronostico secco?
«Padova. Credo che il sestetto di Montagnani possa sfruttare adeguatamente il vantaggio che gli deriva dall’uno a zero a tavolino e dalle tante soluzioni valide in alternativa al sestetto base. Santa Croce ha il solo Mattioli quale opzione capace di non abbassare il livello e l’intensità, Padova ha una panchina lunga e di grandissima qualità. Noi ne siamo stati vittime e testimoni. E’ evidente che non è un match scontato, ma Padova parte largamente favorita».
Veniamo alla Globo. Un cammino disseminato di ostacoli e quale ciliegina
sulla torta un Roberts arrivato alle gare decisive con poche energie nel
serbatoio. Recriminazioni?
«Sicuramente è stata un’annata contrassegnata da tante avversità, sotto
forma di infortuni, che hanno colpito un po’ tutti i componenti. Considerato
che Roberts era forse l’unico esente da problematiche di questo tipico, l’
infiammazione alla spalla e l’usura determinata dalla stagione infinita del
nostro schiacciatore hanno chiuso il cerchio. Nathan è stato bravissimo, ha giocato su grandi livelli, ma era inevitabile che alla fine pagasse dazio. Dopo la difficile gara di domenica, la prima contro Padova, ha recuperato le energie nervose e fisiche e mercoledì ha giocato meglio e con più continuità. Poi, il giorno dopo, i problemi contingenti gli si sono ripresentati e non è riuscito a superarli con la sola forza di volontà. Sarebbe bello gestire Nathan in forma, con un opposto capace di metter giù palloni; questo nei play-off, con Anderson tornato su eccellenti livelli, sarebbe potuto accadere, ma era Nathan a non averne più. Si è visto chiaramente, perchè non riusciva a metter giù palloni che fino a un mese prima avrebbe messo a terra senza problemi; resta una stagione fantastica, ha dominato la classifica marcatori di posto 4 e questo è motivo
di grande soddisfazione per lui e per tutti noi».
Scappaticcio, Libraro e Gatto dovranno dare il benvenuto a quanti entreranno a far parte della famiglia Globo…
«Saremo onorati di svolgere questo compito. Al di là di quel che sarà l’
inserimento tecnico dei giocatori che verranno, sarà importante mettere
tutti nelle condizioni di operare in grande serenità. Questa squadra ha
davvero una marcia in più, per la capacità di far gruppo fuori e dentro il
campo. E’ bello ravvisare affinità che rendano i giocatori compagni di
squadra, ma anche amici. Qui è possibile, non è un caso che tutti si trovino
bene ed esprimano giudizi entusiastici sulla società e sull’ambiente».
E’ un club che lavora davvero bene, visto che nel primo campionato di A2 ha gettato sul piatto la carta Anderson Giacomini e nel secondo Nathan Roberts. Due scommesse vincenti, visto che sono stati i migliori attaccanti dell’intero campionato. E adesso chi arriverà?
«Va dato atto ad Alberico Vitullo e a tutti i dirigenti di avere grande
fiuto. Hai giustamente sottolineato che i migliori attaccanti della A2 nelle
ultime due stagioni regolari sono stati della Globo Sora e non sono cose che accadono per caso. E’ un club che ha sempre lavorato bene, che ha saputo intraprendere un percorso rivelatosi redditizio per i giocatori per i
procuratori e per la società stessa. Qui nel Sora, oltre ad avere la
possibilità di giocare una buona pallavolo si riesce ad interfacciarsi con
serietà e semplicità. Il segreto di un gruppo spesso sta proprio nella
semplicità. Venendo al discorso più prettamente tecnico io posso soltanto
fare una battuta: visto che nel primo anno abbiamo avuto il miglior opposto e nel secondo il miglior posto 4, l’auspicio è che nella prossima stagione la Globo Sora possa avere il miglior centrale del campionato. Io sono pronto a servirlo come si deve, in modo che non si dica che Mario Scappaticcio privilegia le bande. Sono un tipo democratico. Al di là della battuta, sono certo che la società saprà lavorare anche stavolta per formare un gruppo competitivo e volto a migliorare le prestazioni sportive di queste due belle stagioni».
Rispetto al precedente campionato, quello che si sta per concludere è stato
migliore o peggiore in quanto a livello tecnico?
«Ho riscontrato parecchie analogie tra i due campionati, che sostanzialmente quanto a livello tecnico si sono equivalsi. Due anni fa Roma e Castellana ingaggiarono un duello in regular season simile a quello di quest’anno tra Ravenna e Padova. Allora come oggi dal terzo posto in poi c’è stato un sostanziale equilibrio, con le protagoniste capaci di alternarsi. L’assenza di uno straniero, che si pensava pregiudizievole per il livello del torneo, non ha determinato variazioni sostanziali, perchè i giovani hanno risposto molto bene. Guardate il Club Italia, la differenza con le altre squadre è stata solo nella continuità e nel numero di errori. Le doti tecniche di questi ragazzi sono però importanti».
Il futuro del volley italiano è quindi roseo?
«Sono abbastanza ottimista. Consideriamo pure che questa stagione è stata anomala, tanto per i giovani che per noi giocatori più esperti. Dover
giocare tante gare ravvicinate ha pregiudicato la possibilità di lavorare l’
intera settimana in palestra e ha in qualche modo frenato la crescita e la
maturazione di questi ragazzi. Per alcune squadre questi ritmi hanno
prodotto defezioni decisive, basti pensare a Città di Castello che ha
giocato senza il palleggiatore e l’opposto titolari nella fase dei play-off.
Un campionato distribuito su tempi normali avrebbe determinato una stagione più attendibile nei risultati ed anche migliore nello spettacolo, ma i
mondiali in Italia hanno reso obbligate certe scelte. L’anno prossimo
torneremo alla normalità».
Che voto daresti al Sora per questo campionato?
«Un ottimo voto. Non si può infatti non tener conto di quanto ci è capitato,
e la risposta è stata ampiamente positiva. Abbiamo gestito l’emergenza per
più della metà del girone di ritorno. Siamo stati capaci di dettare il ritmo
contro squadre importanti, e solo le nostre eccellenti potenzialità ci
hanno consentito di non abbandonare i sogni di gloria a dispetto di tutte le
avversità. La partita vinta in casa contro Padova è tra le cinque più lunghe della storia del campionato di serie A. Questo significa che siamo arrivati
fisicamente e mentalmente al 100% nel momento decisivo dell’annata
agonistica; Roberts non fa testo, perchè la sua condizione fisica non si è
potuta modellare e mettere a disposizione della squadra. Ci sarebbe voluto
un mese abbondante di inattività, ma certo non potevamo permetterci di
fermare Roberts a novembre o a dicembre».
Che promessa ti senti di fare ai tifosi del Sora e a tutti coloro che
seguono le vicende del vostro club con grande partecipazione?
«La promessa è la stessa di sempre: massimo impegno e massima applicazione. Abbiamo enorme fiducia nei dirigenti, che sapranno sicuramente allestire un roster capace di confrontarsi alla pari con tutte le più importanti realtà di questo campionato. Contiamo di vivere una stagione con meno infortuni e, beneficiando dei giusti tempi di recupero tra un match e l’altro, speriamo di regalare grandi emozioni a tutti. Quella bella vittoria contro la corazzata Padova era solo l’antipasto. Il resto lo vedrete nella prossima stagione». Parola di capitano.

Roberto Mercaldo