Signore e signori,

vi presento Julien Lyneel!

Difficile accostare gli aggettivi giusti ad un nome che già di per se rimbomba con forza negli ambienti del volley internazionale facendo gola soprattutto ai palati più fini. Difese acrobatiche e giocate funamboliche sono il biglietto da visita del talentuoso pallavolista francese: i video che raccontano le sue gesta nel perimetro di gioco fanno letteralmente impazzire la rete registrando migliaia di visualizzazioni da ogni parte del globo terrestre.

Lui risponde a tutti con un sorriso, anche un po’ scanzonato, che in genere appartiene a chi è molto sicuro delle proprie potenzialità e non sente alcun bisogno di mettersi in mostra. Le istantanee che compaiono sul suo profilo Instagram lo ritraggono tra un aperitivo in piscina e una gita in barca con gli amici lasciando, a chi le guarda, l’idea che le sue giornate sono sempre all’insegna della leggerezza e della spensieratezza.

Sorridente con il fratello maggiore Pierric

Sbirciando oltre quel velo d’apparenza, che a dire il vero Julien non sembra far cadere facilmente, c’è un ragazzo pacato e con le idee chiare. Se nella maggior parte dei casi chiedere ad un atleta in carriera cosa vorrà fare da grande significa non ottenere quasi mai una risposta ben precisa, per lo schiacciatore transalpino non è affatto così: “Tornerò in Francia a far parte nuovamente del Club dove sono cresciuto. Avrò più tempo per giocare a beach volley come facevo da giovanissimo. Negli ultimi sei anni sono stato sempre lontano da casa e ho iniziato a provare un po’ di malinconia. Sicuramente è stato un periodo che mi è servito molto per crescere e per avere la consapevolezza che ritornare a casa mia avrà un significato importante. Ho imparato a dare un peso diverso ad ogni cosa e ho capito che per me ciò che conta di più sono i rapporti umani. Tutto il resto è secondario nella mia vita”. Anche i soldi? “Si, quelli servono per farmi stare bene ma non sono qualcosa che inseguo con affanno”.

In cima alla scala dei valori il trentenne transalpino posiziona la semplicità e l’autenticità degli affetti familiari e degli amici. Per parlare di se è inevitabile tirare in ballo papà Pascal che è colui che ha il merito di aver instillato in Julien il germe della pallavolo e poi anche il fratello Pierric, più grande di qualche anno: “Anche lui era un pallavolista ma ad un certo punto ha deciso di smettere per fare altro. Io invece, pur avendo portato a termine gli studi fino ad un Master alla Business School, non ho mai avuto dubbi che la mia strada fosse questa”.

La famiglia Lyneel al completo

In effetti il più giovane di casa Lyneel la sua scelta l’aveva compiuta all’età di 15 anni quando decise di cambiare direzione abbandonando il rettangolo verde dove faceva faville con il pallone tra i piedi: “Quando comunicai al mio allenatore d’allora che avevo deciso di non giocare più a calcio non voleva crederci. Ero abbastanza bravo. Ero un attaccante esterno e sulle fasce mi muovevo molto velocemente. In quell’ambiente però non mi sentivo a mio agio”. Atterrato sul pianeta del volley la corsa tutta d’un fiato per ben 15 anni. La scalata dalle giovanili alla prima squadra di Montepellier, la sua città natale. Poi la convocazione in Nazionale a 21 anni e le esperienze nei Club stranieri (in Polonia, in Italia, in Cina). Senza mai fermarsi fino a quando un brutto infortunio lo ha costretto a prendersi una pausa: “Un evento spiacevole in cui ho intravisto però un aspetto positivo. Sono riuscito dopo anni e anni a trovare tempo per me stesso, per riflettere, per dedicarmi a ciò che avevo trascurato fino ad allora. A mettere anche ordine tra i miei pensieri e trovare nuove forze. Ora sono carico a mille e non vedo l’ora di tornare a giocare dopo sette lunghi mesi di stop. Se penso alla prima partita provo un po’ di paura perché so che mi servirà del tempo per ritornare a certi standard ma non voglio più aspettare. Quanto mi manca la competizione!”.

E a proposito di sfide Julien da meno di un mese ne ha accettata una molto avvincente: tornare in Italia e mettersi alla prova nel campionato più difficile del mondo. “Ho deciso di venire a Vibo perché la Società ha dimostrato di avere molta fiducia in me. Qui ho trovato una squadra che ha un grande potenziale con un mix di giocatori molto giovani e talentuosi e altri esperti e temprati. C’è un buon equilibrio e si respira un bell’entusiasmo”.

Naturalmente sulla scelta è pesata la presenza in squadra dei connazionali Rossard e Chinenyeze: “Ho avuto l’occasione di ritrovare due compagni di Nazionale e due amici di vita. Ci sono tante cose che mi legano a Thibò: anche esperienze divertenti come il viaggio a Chicago di cui ho tantissimi bei ricordi. Lui è il miglior giocatore della squadra, forte in attacco e anche con un buon carattere. Anche Babar ha molto talento. Sarà che la qualità è il marchio di fabbrica della Nazionale francese (ride)!”

I suoi occhi blu sono un concentrato di serenità, ilarità, determinazione e curiosità. Ha una grande voglia di assaporare la vita, di scoprire i colori e i profumi dei luoghi più affascinanti del mondo. Non si pone limiti e si lascia accarezzare dal vento delle novità proprio come un albero che ha radici ben salde nel terreno: una similitudine non casuale visto che sul braccio sinistro Julien porta un tatuaggio con due cipressi. Due vite, la sua e quella del fratello. A piantarli alla loro nascita ci ha pensato sua nonna ‘Mamie Thérèse’, un punto di riferimento insostituibile per il giovane atleta e che si è presa cura dei suoi nipoti proprio come fa con le sue piante.

Coccole con il suo adorato gatto

Tra il sogno maximum delle Olimpiadi e la volontà di dare il massimo tra le fila dei calabresi Julien si rivela una di quelle persone capace di gioire anche per le piccole cose: le fusa del suo gatto ‘Moon’ è la terapia che preferisce per rilassarsi e ritemprarsi anche quando qualcosa non va per il verso giusto. In cucina ama sperimentare la combinazione di sapori contrastanti: “Il mio piatto preferito è un misto di carne, patate e passata di mele. Lo so, ho dei gusti un po’ strani. Adoro la pasta e la pizza made in Italy!”. E poi come tutti i comuni mortali anche lui ha qualche vizio: “Ho così tante scarpe che ormai non si contano più (ride!) ma non ho smesso mai di comprarne di nuove. Proprio non resisto”.

Alla sfida Francia vs Italia risponde: “Ognuno con le sue caratteristiche. Noi francesi siamo sempre lamentosi e quasi mai soddisfatti. Gli italiani sono molto calorosi e accoglienti”.

Ora non ci resta che vederlo all’opera con la casacca della Tonno Callipo: bonne chance Julien!

UFFICIO COMUNICAZIONE

Rosita Mercatante

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