“Un falso negativo”. Con un’espressione mutuata dalla congiuntura pandemica Roberto Bonifetto, coach del Monge-Gerbaudo Savigliano, rende l’idea dell’avversario in trasferta di domenica: la Vigilar Fano. Che sta 3 punti sotto (Savigliano 9), ma viene da due vittorie di fila, l’ultima a Portomaggiore al tie-break. “Sono in crescita. Nella prima parte di stagione hanno avuto un cammino in salita senza avere a disposizione qualche pedina fondamentale. A settembre avevano in mente un avvio di stagione diverso, loro stessi credo non si riconoscano in questa classifica. Ma si stanno risollevando. Non sarà per niente facile”.
Il profilo è quello di una squadra con pochi veterani a guidare una truppa di giovani maturi e di prospetto. Per tradizione la società marchigiana lavora con cura sul settore giovanile, con molti atleti nelle selezioni.
Alcuni elementi del roster sono volti noti e hanno un qualche legame con il Piemonte e la Granda: lo schiacciatore Nasari, di Chieri, affrontato in B quando giocava per Ongina; il palleggiatore Zonta, 21 anni, friulano, ex Cuneo; lo schiacciatore Chiapello, 19 anni, 2 metri, di Cuneo e dal Cuneo. Le retrovie sono presidiate da un ottimo libero di esperienza quale Cesarini, 34 anni. Al centro la minaccia ha le fattezze di Ferraro, alla sua sesta stagione di fila in A (in tutto fanno 7); per vie laterali, oltre a Nasari, quelle di Gozzo (2 metri) e del ciclopico opposto polacco Stabrawa (2 metri e 03, 25 anni, mai sceso sotto la A3).
“Sono un buon mix – prosegue Bonifetto – fastidiosi in attacco e con Cesarini e Nasari che sono due macchine di ricezione. Per affrontarli avremo bisogno di essere supportati dalla battuta e dalla nostra di ricezione”.
Il dato ampiamente deficitario dalla linea dei 9 metri ha inciso sulla bruciante rimonta subìta a Belluno, fonte di qualche malumore interno e di critiche esterne. L’allenatore del Savigliano ci ritorna su per voltare pagina: “Il secondo set lo abbiamo vinto perché il video check ha visto cadere sulla linea di posto 1 una difesa in bagher di Bossolasco che l’arbitro aveva giudicato fuori: avremmo potuto perdere 3-1. Guardiamo anche a quanto di buono fatto fin qui: quando ci è stata data la possibilità di fare punti, li abbiamo sempre fatti. Ricordarselo giova all’autostima, importantissima in una categoria dove devi sempre andare a mille. Non c’è tempo per arrabbiarsi: una partita via l’altra, sempre sul pezzo”.