Mister Simoni aveva rimarcato più volte in queste settimane che la vera forza di questa squadra è quella di poter contare su di un gruppo granitico. Ieri sera quel gruppo, che ha fatto la fortuna della pallavolo bassanese negli ultimi anni, ha fornito l’ennesima prova d’orgoglio, sfoderando una prestazione magari non perfetta dal punto di vista tecnico, ma sicuramente straordinaria sotto il profilo del carattere e della determinazione. In estate ci possono essere partenze ed arrivi più o meno illustri, ma la cosa sembra non fare grossa differenza, perchè i nuovi arrivati trovano l’ambiente ideale per dare il massimo. E’ accaduto anche ieri con Rodrigo Quiroga, per il quale va fatta una menzione speciale, perchè l’argentino, a causa delle assenze, era atteso in un certo senso come il salvatore della patria. D’altra parte però al giovane gaucho, arrivato giovedì sera dal paese natale, con gli effetti del fuso orario e con due soli allenamenti coi compagni alle spalle, non si poteva chiedere molto più che una prestazione dignitosa. Invece il giovanissimo sudamericano, all’esordio assoluto in Italia, ha addirittura finito per conquistarsi la palma di mvp dell’incontro oltre che gli applausi, tanti, calorosi e strameritati, del sempre numeroso pubblico bassanese. Per Quiroga alla fine sono arrivati 14 punti, qualche comprensibile errore soprattutto in ricezione, ma anche tanti colpi di gran classe e una personalità che a soli 19 anni ha lasciato tutti di stucco.

Per il resto il Fiorese ha messo in mostra buone cose in tutti i reparti con Guidolin sempre più a suo agio nella nuova dimensione e con Carletti che dal canto suo sta crescendo di condizione a vista d’occhio: il francese, su cui era logicamente concentrata l’attenzione di molti, dopo un inizio un po’ stentato ha preso le misure giostrando alla grande il gioco e mettendo a segno anche tre bei muri e un ace. Poi è arrivato il solito, determinante, contributo da Dalla Libera (10), da Borsatto (7) e dai centrali: bene Sabo (7), al rientro dopo 6 mesi di assenza, grande Guarise (12) e utile anche Dal Molin, in campo con la sua battuta velenosa. Da citare anche tre debutti assoluti: quello in campo di Giacomo Osellame, entrato al servizio e applauditissimo da un simpatico gruppo di suoi tifosi personali, e quelli in panchina dei giovani bassanesi Lollato e Pizzato, rispettivamente di 15 e 16 anni. Mister Simoni, dopo le sventure degli ultimi tempi, difficilmente poteva sognare un inizio così: oltre ai 3 punti conquistati, il tecnico bresciano ha raccolto i frutti del suo gran lavoro, ha visto all’opera una squadra che fa ben sperare per il futuro e ha avuto la conferma di avere tra le mani un gruppo fantastico.

Passiamo alla partita. Nel 1° set regna l’equilibrio con il Fiorese che fatica in attacco, ma sta sempre avanti di un punto fino al 2° time out tecnico (16-15). Le difficoltà dei giallorossi nel mettere palla a terra si pagano con il sorpasso degli umbri capaci di volare sul 19-22. Il parziale sembra perso, ma un paio di difese strepitose e un attacco di Quiroga riportano i bassanesi in parità (22 pari), mentre il sorpasso decisivo, accolto dal boato del PalaBassano, è timbrato da un muro di Quiroga su Chocholak. Michele Borsatto, sin lì in difficoltà, tira fuori dal cilindro il mani e fuori del 26-25 e Gemmi (in campo al posto di Medenis) spara fuori l’attacco che vale il 27-25 per Bassano. Stesso copione nel 2° set: grande equilibrio e finale da brividi, con la differenza che stavolta Spoleto spreca 3 set point, mentre il Fiorese al 2° non sbaglia e, dopo uno strepitoso muro a uno di Carletti su Gemmi (29-28), fa suo anche il secondo parziale approfittando ancora una volta di un errore in attacco degli ospiti. Il 3° set invece è un monologo giallorosso, mentre la Monini Spoleto, svuotata nella testa dopo la bella prestazione dei primi due parziali, si arrende ben presto cedendo 25-20 e raccogliendo comunque l’applauso del colorito gruppo di tifosi al seguito. Chiude Dalla Libera in pipe e per il Bassano, festeggiato dai 1500 presenti, arriva un vittoria che di questi tempi vale più dell’oro.

(Nella foto: un muro a tre di Dalla Libera, Sabo e Carletti)
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Mauro Sabino