Domenica 30 dicembre si conclude il girone di andata del campionato di A2 maschile. Le prime otto della classifica al termine della giornata, otterranno il pass per la Coppa Italia. La SP TTT Lines, quarta in graduatoria con 26 punti, è già certa della qualificazione, così come Isernia, anch’essa quarta, che domenica alle 18 attende i catanesi. Una sfida d’alta quota dunque, che vede confrontarsi due delle squadre-rivelazione di questo campionato, attualmente in piena zona play off.

Isernia attraversa un momento positivo, ma capitan Claudio Martinengo è fiducioso: “Nelle ultime due partite abbiamo pagato il grande sforzo derivato dai tanti match chiusi al tie-break in questo periodo. Era inevitabile, ma la squadra reagisce sempre bene, come abbiamo dimostrato anche con Vibo Valentia. Ad Isernia, sarà una bella sfida, fra due squadre che stanno facendo grandi cose in questo campionato, guardando anche ai pronostici iniziali. Sarà dura, ma noi, come sempre, andremo in campo con la ferma intenzione di portare a casa la vittoria”.

Il giocatore catanese, che contro Vibo è partito nello starting –six al posto di Quiroga (l’argentino sarà assente anche ad Isernia, ndr), ha dovuto abituarsi quest’anno ad un ruolo che non lo vede sempre protagonista, ma non fa drammi: “Mi sto abituando – dice Martinengo -. Mi siedo in panchina con l’intenzione di farmi trovare pronto in ogni momento. E quando mi capita di giocare dall’inizio, come è successo mercoledì contro Vibo, do tutto me stesso. Lo facevo quando partivo sempre da titolare, continuo a farlo ora”.

Il capitano è sempre uno dei più amati dai tifosi. “Evidentemente perché in me si rivedono – ammette Martinengo -. Oltre ad essere catanese, sono un ragazzo semplice, non un fenomeno. Chi mi guarda pensa che, come succede a me nella pallavolo, anche negli altri settori della vita, con un po’ di grinta in più si possono raggiungere dei traguardi significativi”. Spesso, Claudio si trattiene in palestra dopo l’allenamento, con l’obiettivo di migliorarsi: “E’ l’insegnamento che voglio dare ai tanti ragazzini che mi fermano dopo la partita. Il lavoro paga sempre. D’altronde, noi giocatori siamo dei privilegiati, e svolgiamo una professione splendida. E’ giusto viverla con grande passione”.