Settimana di lavoro intenso per la truppa di Luca Monti, che oggi osserverà il turno di riposo dovuto alla rinuncia di Corigliano.
Niente gara oggi: la Samgas tornerà di fronte al proprio pubblico mercoledì 12 contro la Canadiens Mantova, dopo la trasferta del 9 a Catania.
Nella settimana Luca Monti ha lavorato con il gruppo di dieci giocatori, mentre Ricardo e Botto stanno proseguendo i rispettivi programmi di recupero.
Per Botto si parla di un rientro a Febbraio, mentre più lunga sarà l’attesa per il brasiliano, che potrebbe essere del gruppo forse solo nelle ultimissime gare di regular season, anche se in questi casi il condizionale è sempre d’obbligo….
Sul fronte mercato la società sta definendo l’operazione che porterà a Crema il nuovo giocatore da inserire in rosa, che potrebbe essere già a disposizione di Monti per la gara di domenica 23 a Santa Croce.
Oggi la classifica subirà certamente degli sconvolgimenti in virtù delle gare in programma: tante le avversarie che possono difatti superare la Reima in graduatoria.
“La cosa che dispiace di più è che non potremo più vedere la vera Reima, quella costruita quest’anno insieme ad un allenatore, Monti, che ha scommesso forte sui giovani con l’innesto di uno dei giocatori più completi della Serie come Ricardo Serafim” commenta, un po’ abbacchiato, il diesse Rota.
“Non facciamo mai proclami durante l’estate, ma adesso purtroppo lo posso dire: quella squadra avrebbe potuto vincere con chiunque, ed avrebbe potuto disputare un grandissimo Campionato.
Ora cambiano le potenzialità e conseguentemente i programmi: speriamo di raggiungere la salvezza e poi vedere quello che si potrà eventualmente fare in più.”
Due parole più in generale, sul panorama del volley italiano: visti tutti gli accadimenti recenti, soprattutto a livello societario, c’è qualcosa da rivedere nella Serie A2?
“Non spetta a me introdurmi in questioni di cui non sono a conoscenza: certo è che il movimento ha bisogno di stabilità, e credo che una riduzione a 14 squadre del torneo con due retrocessioni sia tecnicamente la scelta migliore, anche se le regole, come sappiamo, le fa la Federazione.
E’ sufficiente difatti un problema all’organico (un infortunio di un giocatore importante, ad esempio, tanto per rimanere in tema) per stravolgere improvvisamente i piani e gli obiettivi stagionali di un club: 4 retrocessioni su 16 squadre, anche se ora sono diventate 3 per la rinuncia di Corigliano, sono e restano troppe.
Inoltre, se 4 retrocessioni rendono il Campionato da una parte certamente avvincente, ma dall’altra comportano troppe tensioni, e ciò a discapito del gioco.
Se le società hanno come incubo quello di evitare la retrocessione in B, spesso, anzichè fare scelte di mercato coraggiose e puntare sui giovani, ne fanno altre più sicure, ingaggiando giocatori più esperti: è la scelta che abbiamo fatto noi l’anno scorso, quando le retrocessioni erano addiritttura 5 (per la riforma dei campionati di Serie B): avevamo una squadra molto anziana anagraficamente e molto esperta e ciò alla fine ha pagato.
Però non credo sia quella la strada da seguire, sicuramente non è la strada per contribuire a migliorare il movimento nazionale, che ha bisogno di dare spazio soprattutto ai nostri giovani.
Normalmente gli sponsors condizionano, e ciò legittimamente, i contratti stipulati con i clubs alla permanenza in Serie A; condannare quattro squadre (l’anno scorso addirittura 5) alla retrocessione è un rischio troppo alto che va ridotto, soprattutto se a monte ci sono contratti pluriennali con sponsors che garantirebbero al club un buon progetto nella Serie.
Se in un momento come questo si cerca la stabilità per lanciare messaggi importanti, bè, credo che si debba considerare seriamente anche questo aspetto e sarà impegno di questa Società portare avanti queste considerazioni nelle sedi opportune.
Ogni anno assistiamo a rinunce, da parte delle neopromosse, alla disputa del Campionato di Serie A: quest’anno, ad esempio, sono state due (Oderzo e Bari): ciò perchè il Regolamento prevede impegni giustamente importanti da parte dei clubs di Serie A2: su questo dobbiamo riflettere.
Se vogliamo dare stabilità al nostro movimento dobbiamo ridurre al minimo i rischi: per una dirigenza, prendere impegni seri (dalla sottoscrizione delle garanzie richieste per l’ammissione, agli alti costi della normale gestione della stagione sportiva) per poi ritrovarsi dopo 9 mesi nuovamente in Serie B non solo è un grosso colpo, ma potrebbe essere anche un colpo fatale per una società che magari non trova più le forze per continuare l’attività nemmeno nelle serie minori”.