Nell’intervista di avvio della stagione agonistica dichiaravi che la verifica sulle scelte compiute si poteva fare solo a fine stagione. Ora ci puoi dire se le scelte fatte si sono rivelate giuste?
Abbiamo appena concluso la stagione con la bella partita di ieri sera con la Zinella. Nonostante la nostra sconfitta i nostri tifosi, i nostri ragazzi sono andati ad applaudire gli avversari e tutti i bolognesi presenti al PalaCosta. Un gesto che fa onore alla nostra società e a tutti gli sportivi ravennati. Ho sempre creduto in questa squadra e in questo gruppo. I risultati hanno premiato le nostre scelte e ci hanno portato a concludere la stagione con alcune prestazioni davvero di grande spessore tecnico.
Quindi un bilancio positivo?
Direi più che positivo. Ad inizio campionato siamo partiti in modo roboante inanellando tante vittorie che hanno entusiasmato tutti gli sportivi. Poi c’è stato un calo dovuto anche alle tante situazioni critiche sul piano fisico ed infine la stagione si è chiusa davvero alla grande.Partite che hanno dato prova di una squadra con un grande carattere agonistico.
Quest’anno abbiamo giocato finalmente nel ristrutturato Palacosta con un pubblico sempre da grandi occasioni. Non pensi che il Palacosta sia già piccolo?
Andiamoci piano e teniamo i piedi per terra. Tutte le squadre che hanno giocato a Ravenna hanno espresso il loro compiacimento per la qualità del nostro impianto, quindi, ne andiamo orgogliosi e ce lo teniamo ben stretto. Effettivamente il pubblico è stato sempre numeroso e a volte, a malincuore, abbiamo dovuto chiudere anticipatamente le porte del Palazzetto. Vedremo quest’estate se sarà possibile ritoccare qualcosa per recuperare qualche posto in più. Voglio aggiungere con soddisfazione che ho rivisto al Palacosta volti conosciuti che frequentavano il Pala De Andrè ai tempi del mitico Messaggero. Questo fa bene a Ravenna, al nostro sport e significa che stiamo andando nella giusta direzione.
A proposito di volti noti al Palacosta mi sembra, invece, che vada sottolineato l’aumento costante dei giovani presenti?
Certamente essere riusciti a conciliare nell’avvenimento sportivo la presenza degli affezionati al Messaggero con un gruppo nuovo di giovani che è sempre più numeroso ci inorgoglisce e ci gratifica in quanto non era sicuramente scontato ne forse immaginabile in queste dimensioni.
Tra indiscrezioni e certezze negli sportivi cominciano già a girare i sestetti per la prossima stagione agonistica. Qual è il pensiero della società ?
La nostra società, per principio, dà notizia solo delle certezze. La prima certezza è la riconferma del tecnico, Antonio Babini, anche per la prossima stagione. Si è meritato sul campo e negli spogliatoi la stima e la fiducia dei giocatori e della società. Come dicevo siamo molto soddisfatti di questa
stagione che ci consente anche di programmare bene e per tempo il nostro futuro. Per quanto hanno fatto vedere quest’anno meritano tutti la riconferma. Ora, terminati i play off, la società farà
le sue valutazioni definitive e penserà alla prossima stagione.
Hai sempre detto che il fiore all’occhiello della nostra società doveva essere il settore giovanile: sei riuscito anche in questa impresa?
Quando iniziai con gli amici ad impegnarmi nel rilancio della pallavolo ravennate, sapevo con certezza che il passaggio obbligato per la rinascita era rifondare un vivaio forte e per forte intendo non solo l’aspetto puramente sportivo. Una prima squadra senza un valido vivaio è uno schema che non ci interessava perché sapevamo che in tal modo sarebbe stata l’avventura di qualche stagione. Il volley giovanile ravennate era ridotto al lumicino e noi abbiamo investito notevoli risorse finanziarie e lo abbiamo affidato a tecnici preparati, appassionati e di collaudata esperienza. Nel gennaio scorso la nostra società è stata insignita del “Marchio d’Oro di qualità” per i risultati conseguiti nel settore giovanile. Solo sei società nazionali possono fregiarsi di questo titolo. Siamo l’unica della nostra regione. Questo riconoscimento ci rende particolarmente orgogliosi in quando dimostra ancora una volta che abbiamo guardato lontano.Attualmente le nostre compagini giovanili stanno disputando le finali regionali.
Quindi, anche dai giovani ottieni grandi soddisfazioni?
Dobbiamo mantenere le promesse fatte e non è per niente facile; il mondo, le famiglie, i giovani stessi sono cambiati rispetto a quando giocavo io. Oggi la nostra società è particolarmente seguita per il conseguimento di importanti traguardi sportivi e per il modello organizzativo che attiene ai valori profusi da divulgare tra i nostri ragazzi. Nelle nostre finalità vi è anche quella di operare con coerenza, anche se questo è un percorso molto difficile da costruire giorno per giorno, mettendo in bilancio anche eventuali errori.
Possiamo affermare che la Robur Costa è una società giovane con
un cuore antico e per questo pensi sia importante trasmettere ai
giovani messaggi che vadano oltre lo sport?
La mia idea è sempre stata quella di creare una società aperta e soprattutto moderna che andasse oltre i confini dello sport puro per affrontare i diversi aspetti della vita dei giovani.
Per questo continuiamo a costruire occasioni diverse dall’evento sportivo per aiutare le famiglie e i ragazzi nel percorso formativo e di crescita.
Ci dai due esempi concreti di questa collaborazione tra sport e famiglie?
L’iniziativa di ieri sera sul disagio giovanile che abbiamo realizzato nella sede della CMC ha consentito di mettere a confronto, credo in modo nuovo, i ragazzi e gli esperti del settore.
Cosi come abbiamo raggiunto un accordo con la Istituzione culturale ravennate MAR che consente a tutti i nostri ragazzi di poter visitare e partecipare a tutte le iniziative promosse dal museo d’Arte di Ravenna. Potrei fare altri esempi e parlare di collaborazioni e sinergie che sono in divenire, ma lasciamo le cose a quando saranno operative.
Sport e volontariato è ancora un binomio possibile?
Senza volontariato lo sport minore non sopravviverebbe. La nostra società vanta numerosi volontari che mettono a disposizione quotidianamente il loro tempo e le loro professionalità per il raggiungimento degli obiettivi comuni.
Noi siamo strutturati come una grande famiglia in cui ciascuno sa di svolgere un compito importante non finalizzato al conseguimento di una soddisfazione personale ma collettiva. Siamo in tanti e farei fatica a ringraziarli tutti individualmente ma voglio abbracciarli simbolicamente dicendo loro GRAZIE perché senza di loro non avremmo vissuto questi cinque anni meravigliosi e non saremmo UNA GIOVANE SOCIETA’ DAL CUORE ANTICO
intervista a cura di Giancarlo S.