Arrivano tanti sorrisi dalla partecipazione di Giacomo Leoni e Giacomo Raffaelli al girone di qualificazione per il Mondiale Under 23 che si è disputato dallo scorso mercoledì fino a ieri a Zagabria, in Croazia. La nazionale azzurra, giungendo seconda alle spalle della Polonia in virtù di quattro successi e una sola sconfitta (tra l’altro proprio contro i polacchi al tiebreak), si è infatti qualificata alla fase finale, in programma nell’estate del 2017. I due giocatori classe ’95 della Bunge erano presenti nella lista dei convocati, chiamati dal tecnico Michele Totire, affiancato dal secondo Simone Roscini, assieme ad Argenta (Potenza Picena), Balaso e Milan (Padova), Cavuto e Pierotti (Bergamo), Esposito (Brescia), Mazzone (Trento), Polo e Vitelli (Molfetta) e Sbertoli (Milano).

Poco spazio nel sestetto italiano, ma comunque un prezioso contributo alla causa, per il palleggiatore Giacomo Leoni, che è entrato in campo per qualche scampolo di partita, nelle sfide contro Croazia, Polonia e Bulgaria. Ha disputato invece tutti e cinque i match in programma lo schiacciatore Giacomo Raffaelli (in azione nella foto Cev), partito in panchina nella gara d’esordio contro Turchia vinta 3-0, buttato però nella mischia e autore di un punto. Era tra le riserve anche nella sfida con la Slovenia, ma nel primo set Totire l’ha promosso titolare al posto di Cavuto e ha dato una grossa mano nell’affermazione in quattro frazioni, firmando ben 16 punti. Raffaelli ha poi giocato nella formazione titolare le partite contro la Croazia (vittoria 3-1) e contro la Polonia (persa 3-2), realizzando nell’ordine 6 e 13 punti. A qualificazione ormai acquisita, il martello ha infine assistito l’ultima gara dalla panchina, quella vinta 3-0 contro la Bulgaria, entrando giusto nel finale, senza mettere il suo timbro nel tabellino.

Terminata l’esperienza in azzurro, i due giovani giallorossi si preparano in vista della nuova avventura, che comincerà lunedì prossimo con l’inizio degli allenamenti con la maglia della Bunge.

Ufficio stampa Porto Robur Costa
Vincenzo Benini