Giuseppe Costantino è l’undicesimo nome inserito nel roster della Globo Banca Popolare del Frusinate Sora targata 2010/2011. L’atleta brindisino di oramai indubbia cittadinanza sorana, classe ’82, è alla sua terza esperienza nel club volsco e basta dare un’occhiata alle sue caratteristiche tecniche per capirne il perché. Costantino, centrale di 202 centimetri, è un giocatore dalla grande esuberanza fisica con valori di “spike-reach” e “block-reach” molto interessanti. In attacco si distingue per la potenza dei colpi sia sulle palle “vicino” al palleggiatore che su quelle larghe. Il suo colpo preferito è sicuramente il primo tempo anticipato verso zona 5, un attacco davvero imprendibile per gli avversari. Negli ultimi due anni a Sora, grazie anche alla bella intesa acquisita con il capitano-palleggiatore Mario Scappaticcio, è molto migliorato in tutte le situazioni di contrattacco in cui si ripropone con puntualità. Anche nel fondamentale del muro, dopo due stagioni con coach Gatto, i progressi sono evidenti: sul piano tecnico riesce a sfruttare al meglio le sue imponenti doti fisiche con un piano di rimbalzo solido e invadente, ma è soprattutto sul piano tattico che è migliorato costantemente nella capacità di lettura del gioco avversario e nell’effettuare le opportune scelte di marcatura. Al servizio alterna la battuta flottante tattica a una salto-float più aggressiva a seconda delle richieste del coach. In generale mostra ancora margini importanti di miglioramento che potranno essere colmati con un altro anno di pallavolo ai massimi livelli.
Giuseppe è cresciuto nelle giovanili di Ostuni dove ha anche disputato quattro anni di serie C. Inizia la sua ascesa pallavolistica dalla serie B2 della Megaton Terlizzi (Ba) dall’anno 2003 a quello 2005, con una piccola parentesi alla Teleunit Gioia del Colle in A2 durata mezza stagione 2005/2006 che ha poi ha terminato a Galatone (B2). Nel 2006 arriva per Costa la serie B1 disputata tra le fila della pallavolo Squinzano per due stagioni. Nell’estate 2008 Giuseppe sposa il progetto della Globo Pallavolo Sora che, in dieci mesi pieni di vittorie e bellissime soddisfazioni, lo ha portato a vivere il suo momento di soddisfazione sportiva più bello: la conquista della serie A2. Come dimenticare quella scena che da un anno guardiamo in tv senza mai stancarci dove Giuseppe, seduto sul seggiolone dell’arbitro, dopo la partita casalinga vinta contro Avellino alla penultima giornata di campionato, attende col telefono all’orecchio il risultato della gara tra Bari e Gela che avrebbe dato alla Globo, in caso di successo per la capitale pugliese, la vittoria del campionato con una giornata di anticipo? Tutti i presenti al pallone di Sora erano immobili a fissare Costa in attesa del risultato. Giuseppe si rattrista in volto, chiude la conversazione e scuote la testa, è il panico. Tutti si disperano ma…l’invasato comincia a urlare e a correre per tutto il campo: Sora promossa in serie A2! Il resto è storia…e la conoscete.
Dopo le fatiche di questo suo primo anno in serie A2 il centrale brindisino è tornato nella sua terra natia dove si divide tra la famiglia e il mare. Abbiamo disturbato il suo meritato relax e ci siamo fatti tante risate. Il suo humour è rinomato, infatti alla domanda – cosa fai durante questi mesi di pausa campionato – la risposta è stata: “un paio d’ore a pranzo e a cena sto con mamma e papà che non li vedo da Natale, per il resto del tempo tutto mare. Non faccio tornei di beach perché l’estate è fatta per riposare per cui vado tre volte a settimana in palestra per mantenere allenato il fisico e l’immagine”. Tornando seri, ma è difficile, gli chiediamo cosa pensa dell’allestimento della sua squadra e dei suoi nuovi e vecchi compagni. “Non c’è dubbio: una squadra allestita da Alberico Vitullo, Alberto Gatto e Gino Giannetti non può che essere competitiva. Per mantenermi con i piedi per terra, sono straconvinto che rifaremo un campionato di vertice come del resto entrambi quelli che ho vissuto io qui a Sora, ma sicuramente aspettatevi di più. Ho un immenso piacere di ritrovare il grandissimo Giovanni Polidori. È una persona e un atleta speciale, un professionista e un gran lavoratore. Quando sono arrivato a Gioia del Colle mi ha praticamente adottato sia per quanto riguarda la vita pallavolistica che per quella privata. Auguro a tutti di conoscerlo e di poterci giocarci insieme perché è davvero un grande. Riguardo a quelli che sono già stati miei compagni, ritornare a lavorare con Scappaticcio, Libraro e Gatto, che rappresentano l’ossatura sia del gruppo della passata stagione che della prossima, per me è fondamentale. Si è instaurato un bellissimo rapporto con un’amicizia straordinaria che va oltre per cui a lavorare tutti insieme si sta veramente bene”. Tante società di B1 ti hanno cercato insistentemente ma non ti hanno fatto cambiare strada, come mai? “La voglia di giocare è quella che mi ha convinto a restare a Sora perché ci credo, ma la motivazione è che io non mi accontento. Andare in B1 era facile, ma non è detto che la strada più semplice sia sempre quella migliore. Nella mia vita adoro la sfida e me la gioco senza accontentarmi mai, sulla carta sarò un terzo centrale ma io devo sapere che ho fatto di tutto per esserlo o per non esserlo. Quindi per l’ennesima volta mi confronterò con me stesso e lo farò restando nella Globo per cercare di giocarmela. Tra i miei tratti caratteriali non c’è l’ipocrisia, quindi vi dico che quest’anno vorrei giocare più di quello passato e so che questo può dipendere soprattutto da me. Comunque sono orgoglioso di far parte della Globo Banca Popolare del Frusinate Sora che se ha scelto ancora me sarà anche per questo”.
Che cos’è Sora per te oltre la tua società sportiva? “Dopo tre anni vissuti in questa bella e accogliente realtà mi sento adottato e quindi parte integrante di questa città. Mi conoscono tutti ed è bellissimo uscire di casa ed essere salutato per nome da chiunque incontri. Sora oramai è il mio paese più di Francavilla, dovete credermi, per me è così. E a dimostrazione di ciò, vi dico che tutte le persone con le quali condivido il mio quotidiano una volta uscito dalla palestra o dal palazzetto, sono uomini e donne estranei a quell’ambiente, alcuni non seguono neanche la pallavolo. Infatti quando vado a fare due passi, non lo faccio mai con i miei compagni di squadra, ma non perché sia asociale ma perché mi sono costruito una mia vita al di la dei “compagni stagionali”.

Carla De Caris – Ufficio Stampa Globo Banca Popolare del Frusinate Sora