E’ considerata dagli addetti ai lavori la squadra da battere del campionato di serie A2.
La Globo Sora quest’anno ha vinto il suo primo campionato… in estate, rendendosi artefice di una campagna acquisti clamorosa, al termine della quale ha allestito un roster che suscita rispetto e ammirazione in tutti coloro che sono addentro alle vicende del volley.
Con il patron, Gino Giannetti, in attesa che il campo conforti le sensazioni estive e dia forma compiuta ai sogni sorani, cerchiamo di scoprire anzitutto come e quando si è arrivati ad assemblare un così forte complesso.

«Tutto è nato quando ha cominciato a delinearsi lo scenario delle nuove regole, con una A1 senza retrocessioni. Io in verità ho osteggiato questa soluzione, ma poi mi sono adeguato alle decisioni prese dagli organi deputati e così ho ritenuto opportuno tergiversare un po’. Siamo stati fermi il più possibile, abbiamo avuto l’intelligenza e l’astuzia di attendere, perchè era evidente che quest’anno il mercato avrebbe potuto prospettare, anche in extremis, situazioni ed opportunità inimmaginabili già nella scorsa stagione. Inoltre abbiamo voluto decidere con grande accortezza a chi affidare la guida della squadra, che poi era l’atto prodromico a tutto il resto. Dopo esserci garantiti le prestazioni sportive di un personaggio importante come Ricci, abbiamo con lui concordato le linee guida della nostra campagna acquisti e devo dire in tutta sincerità che i primi colpi sono andati velocemente in porto. A quel punto abbiamo avuto, come era inevitabile, qualche difficoltà, perchè lo scenario che si andava disegnando ci vedeva come possibili protagnisti e pertanto qualche ostruzionismo, del resto legittimo, c’è stato, per impedirci di arrivare alla quadratura del cerchio. A dispetto di queste oggettive difficoltà, e dopo aver verificato come si fossero attrezzate le nostre più agguerrite avversarie, un primo e poi un secondo nome sono andati ad incastonarsi nel mosaico e così abbiamo raggiunto il volley mercato già molto soddisfatti per quanto fatto e convinti di dover soltanto aggiungere qualche tassello alternativo. Invece, in tale sede abbiamo avuto la graditissima sorpresa di Fortunato, che ha voluto fortemente indossare la nostra maglia. Sulle prime nemmeno ci ho creduto: sapendo chi è e quale storia sportiva abbia alle spalle, mi sembrava poco probabile che avesse un simile desiderio, ma dopo aver parlato con lui ogni velo è caduto e il matrimonio è stato celebrato in fretta e con reciproca soddisfazione. Alla luce delle nuove regole, peraltro, la nostra squadra, che è imbottita di under 23, avrà possibilità di effettuare un gran numero di cambi senza che vengano scritti a referto. L’intercambiabilità e le doti specifiche di ciascuno costituiranno un patrimonio che un coach come Ricci potrà sfruttare a piacimento. Pensate al nostro reparto centrali, ma anche ai posto 4 e non dimenticate che l’opposto ed il palleggiatore alternativi hanno entrambi un servizio extralusso e potrebbero servire in alcuni frangenti della gara anche per sfruttare al meglio questo fondamentale. Devo dire che nessun particolare è
stato trascurato e perciò non mi stupisce che in sede di pronostico la mia formazione venga indicata come una delle grandi favorite. I ragazzi sono consapevoli delle attese che sono riposte in loro e certo non si spaventano, perchè gente come Patriarca, Milushev, Paolucci e lo stesso Fortunato non ha certo paura di assumersi determinate responsabilità».
Una campagna acquisti sontuosa e vincente, ma in qualche misura dolorosa per te, che hai visto partire dalla tua Globo giocatori simbolo che hanno scritto la storia del Sora in A2?

«Sicuramente. Devo premettere che è stato solo un problema di tempi a sancire la partenza dei nostri uomini simbolo del recente passato. A nessuno abbiamo detto di no, semplicemente era giusto e legittimo, che in un mercato con tanti giocatori e pochi posti, gli atleti volessero premunirsi ed avere risposte che noi purtroppo in quel momento non potevamo dare. Per comprendere l’elevato rischio che tutti i giocatori hanno corso, basti pensare che è restato senza squadra Boninfante… Con le neopromosse che hanno di fatto portato in A2 l’organico della B1 e con le defezioni di
squadre importanti del nostro movimento, era normale che ci fosse una lotta feroce tra i giocatori per assicurarsi i posti disponibili. Ricordo due cartoline di quest’estate che esprimono chiaramente il mio stato d’animo riguardo alle partenze. Quando ho visto la semifinale degli azzurri alle Olimpiadi, ho scritto sul mio telefonino un sms che poi non ho avuto il coraggio di inviare. Era indirizzato a Mario Scappaticcio ed il contenuto era più o meno questo:
«Con te in regia avremmo vinto le Olimpiadi».

In effetti la valenza da palleggiatore di Mario è straordinaria e ritengo davvero che alla nostra formazione nazionale servisse un palleggiatore geniale e di grandissima precisione, senza voler nulla togliere a Travica, che ovviamente su certi fondamentali è un elemento di straordinarie potenzialità. Io sono legato all’immagine del palleggiatore sopraffino, che magari paga un po’ a muro e che non ha una formidabile battuta al salto, ma che smarca a uno i suoi schiacciatori di banda e disegna pallavolo con tocchi sapienti. L’altra cartolina è legata al primo allenamento stagionale: all’interno del Palazzetto mi sentivo un estraneo, non vedevo volti noti, mi mancavano dei punti di riferimento. Me ne sono andato su in gradinata, quasi in disparte, e ho provato una lieve sensazione di disagio. I ragazzi che hanno scritto la
storia del mio club in questi anni resteranno comunque nel mio cuore e le loro imprese sportive non verranno certo sminuite da quelle che, spero, verranno negli anni futuri».

Avete rivoluzionato anche la preparazione atetica?

«Giovanni Rossi, che non è certo l’ultimo arrivato in materia, ha ritenuto opportuno iniziare con una preparazione in piscina, per consentire di riacquisire gli automatismi utili nel nostro gioco ma senza rischi di microfratture e di traumi legati di solito a questa fase della stagione. Ripeto che nulla è stato lasciato al caso. Sappiamo cosa vogliamo».

E tra le cose che volete ci sarà anche un incremento di pubblico?

«E’ molto importante incrementare il numero delle presenze al Palazzetto. Credo proprio che i primi risultati possano esserci di supporto in tal senso. Abbiamo tenuto i prezzi modici, proprio per consentire a tutti coloro che avranno voglia di seguirci di vivere con noi questa bella avventura».

E’ tornato in Ciociaria Giuseppe Patriarca, altro motivo di interesse per tutti gli appassionati…

«Siamo onorati di avere un giocatore così importante tra le nostre fila e speriamo che la sua presenza garantisca un importante supplemento di tifo. Su quello che farà in campo i dubbi non esistono, perchè parla la sua carriera, come del resto per Fortunato».

Un coach famoso e vincente, un roster che è un mix di campioni affermati e giovani emergenti: con questo cocktail la Globo Sora si presenta al desco della serie A2, con il fermo proposito di ubriacare le più agguerrite contendenti. L’avventura va a cominciare. Forza, Globo!

Roberto Mercaldo